icing the puck giallonera

dal sito di beppe grillo..., liberi di pensarla come volete

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view post Posted on 20/7/2008, 20:52
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DAL SITO DI BEPPE GRILLO

Il muro di Berlino è caduto nel 1989. Quanto ci vorrà prima che cada il muro di questa dittatura sfinente all’italiana? In cui tutto, ma proprio tutto, viene deciso sopra le teste dei cittadini. L’Italia non è un Paese democratico. La democrazia è stata confiscata dai partiti, dall’informazione pagata dai partiti e da Berlusconi. Il Paese è roba loro. E’ cosa loro. E’ Cosa Nostra. E’ Massoneria. Lo sanno tutti e non lo dice nessuno. Per cambiare è necessaria una crisi economica di proporzioni mai viste dal 1945. A questo ci siamo ridotti, ad auspicare una catastrofe per cambiare.
E’ come se ci avessero prosciugato le energie, questi parassiti della nostra Italia. Le denunce non servono. La verità non serve. Il Sistema è un muro di gomma in cui sono tutti coinvolti. Sono pensieri che mi vengono davanti allo sfascio del Paese, ai nostri ridicoli rappresentanti, a un Parlamento espropriato da condannati, prescritti, inquisiti.
Le ultime elezioni sono state incostituzionali, non abbiamo potuto scegliere il nostro candidato. Chi di voi avrebbe eletto la Carfagna, la Serafini, moglie di Fassino, (recordwoman mondiale con SEI legislature), la moglie di Bassolino, Dell’Utri, Cuffaro, il pool di avvocati di Berlusconi capitanati dall’ineffabile Ghedini? Nessuna persona sana di mente affiderebbe le chiavi del Paese a questa accozzaglia di persone. Sono stati nominati dai segretari di partito, sono impiegati, mogli, amanti, sodali, gente a cui è stato ricambiato un favore o che va sottratta alla legge.
Questo Parlamento non esiste. Non rappresenta i cittadini. L’otto settembre 2007 un milione e mezzo di italiani ha chiesto la riforma della legge elettorale. Ha preteso di scegliere il proprio candidato. Chi è sceso in piazza per firmare è stato insultato e demonizzato. Volgari, ci chiamano volgari perchè vogliamo il rispetto delle regole democratiche. Lo psiconano ci chiama spazzatura, coglioni. La fattucchiera Gasparri definisce cloaca il CSM, di cui Napolitano è presidente. Loro se lo possono permettere, l’informazione è al loro servizio.
Questo gruppo di impuniti che passa il tempo a cercare di non farsi processare e a vivere sulle nostre spalle, ora vuole eliminare la preferenza diretta anche alle elezioni europee e introdurre uno sbarramento al 5%.
In questo modo nomineranno in Europa i loro dipendenti, amici, amiche e famigli. In Europa non c’è il problema della governabilità, ma è invece importante che ogni voce abbia la possibilità di esprimersi. Con lo sbarramento si spartiranno la torta lo psiconano e Topo Gigio Veltroni.Questa riforma, questo porcellum europeo proposto da PDL e auspicato da parte del PDmenoelle è l’ennesimo colpetto di Stato contro la democrazia.
Loro non si arrenderanno mai, noi neppure.

:sick: SIAMO IN UN PAESE CHE NON FUNZIONA PIU' NIENTE,DOVE L'INFORMAZIONE VIENE TRAVIATA A PIACIMENTO!
LA GENTE DOVREBBE SVEGLIARSI DA QUESTO TERPORE...NON BISOGNA PIU' CREDERE IN QUESTI POLITICI CHE GETTANO FUMO NEGLI OCCHI DELLA GENTE PER POI FARE I LORO PORCACCI COMODI!

Padre Alex Zanotelli, per me una scheggia del cuore di Cristo, mi ha inviato questa lettera da Napoli. Il business dell'emergenza è il futuro della Campania, l'assicurazione sulla vita della politica inquinata. L'emergenza giustifica i mezzi e il fine sono sempre i soldi.

"Carissimi,
è con la rabbia in corpo che vi scrivo questa lettera dai bassi di Napoli, dal Rione Sanità nel cuore di quest’estate infuocata. La mia è una rabbia lacerante perché oggi la Menzogna è diventata la Verità. Il mio lamento è così ben espresso da un credente ebreo nel Salmo 12:
“ Solo falsità l’uno all’altro si dicono:
bocche piene di menzogna,
tutti a nascondere ciò che tramano in cuore.
Come rettili strisciano,
e i più vili emergono,
è al colmo la feccia.”
Quando, dopo Korogocho, ho scelto di vivere a Napoli , non avrei mai pensato che mi sarei trovato a vivere le stesse lotte. Sono passato dalla discarica di Nairobi, a fianco della baraccopoli di Korogocho alle lotte di Napoli contro le discariche e gli inceneritori.Sono convinto che Napoli è solo la punta dell’iceberg di un problema che ci sommerge tutti.Infatti, se a questo mondo, gli oltre sei miliardi di esseri umani vivessero come viviamo noi ricchi (l’11% del mondo consuma l’88% delle risorse del pianeta!) avremmo bisogno di altri quattro pianeti come risorse e di altro quattro come discariche ove buttare i nostri rifiuti. I poveri di Korogocho, che vivono sulla discarica, mi hanno insegnato a riciclare tutto, a riusare tutto, a riparare tutto, a rivendere tutto, ma soprattutto a vivere con sobrietà.
E’ stata una grande lezione che mi aiuta oggi a leggere la situazione dei rifiuti a Napoli e in Campania, regione ridotta da vent’anni a sversatoio nazionale dei rifiuti tossici.Infatti esponenti della camorra in combutta con logge massoniche coperte e politici locali, avevano deciso nel 1989, nel ristorante “La Taverna” di Villaricca”, di sversare i rifiuti tossici in Campania.Questo perché diventava sempre più difficile seppellire i nostri rifiuti in Somalia. Migliaia di Tir sono arrivati da ogni parte di Italia carichi di rifiuti tossici e sono stati sepolti dalla camorra nel Triangolo della morte (Acerra-Nola- Marigliano), nelle Terre dei fuochi (Nord di Napoli) e nelle campagne del Casertano. Questi rifiuti tossici “bombardano” oggi, in particolare i neonati, con diossine, nanoparticelle che producono tumori, malformazioni , leucemie.
Il documentario Biutiful Cauntri esprime bene quanto vi racconto.
A cui bisogna aggiungere il disastro della politica ormai subordinata ai potentati economici-finanziari.Infatti questa regione è stata gestita dal 1994 da 10 commissari straordinari per i rifiuti,scelti dai vari governi nazionali che si sono succeduti. In 15 anni i commissari straordinari hanno speso oltre due miliardi di euro, per produrre oltre sette milioni di tonnellate di “ecoballe”, che di eco non hanno proprio nulla : sono rifiuti tal quale, avvolti in plastica che non si possono nè incenerire, né seppellire perché inquinerebbero le falde acquifere. Buona parte di queste ecoballe, accatastate fuori la città di Giugliano, infestano con il loro percolato quelle splendide campagne denominate “Taverna del re “.
E così siamo giunti al disastro! Oggi la Campania ha raggiunto gli stessi livelli di tumore del Nord-Est, che però ha fabbriche e lavoro.Noi, senza fabbriche e senza lavoro, per i rifiuti siamo condannati alla stessa sorte. Il nostro non è un disastro ecologico -lo dico con rabbia- ma un crimine ecologico, frutto di decisioni politiche che coprono enormi interessi finanziari. Ne è prova il fatto che Prodi, a governo scaduto, abbia firmato due ordinanze:una che permetteva di bruciare le ecoballe di Giugliano nell’inceneritore di Acerra, l’altra che permetteva di dare il Cip 6 (la bolletta che paghiamo all’Enel per le energie rinnovabili) ai 3 inceneritori della Campania che “trasformano la merda in oro -come dice Guido Viale- Quanto più merda, tanto più oro!”.
Ulteriore rabbia quando il governo Berlusconi ha firmato il nuovo decreto n.90 sui rifiuti in Campania. Berlusconi ci impone, con la forza militare, di costruire 10 discariche e quattro inceneritori. Se i 4 inceneritori funzionassero, la Campania dovrebbe importare rifiuti da altrove per farli funzionare. Da solo l’inceneritore di Acerra potrebbe bruciare 800.000 tonnellate all’anno! E’ chiaro allora che non si vuole fare la raccolta differenziata, perché se venisse fatta seriamente (al 70 %), non ci sarebbe bisogno di quegli inceneritori. E’ da 14 anni che non c’è volontà politica di fare la raccolta differenziata. Non sono i napoletani che non la vogliono, ma i politici che la ostacolano perché devono ubbidire ai potentati economici-finanziari promotori degli inceneritori. E tutto questo ci viene imposto con la forza militare vietando ogni resistenza o dissenso, pena la prigione. Le conseguenze di questo decreto per la Campania sono devastanti. ”Se tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge (articolo 3 della Costituzione), i Campani saranno meno uguali, avranno meno dignità sociale-così afferma un recente Appello ai Parlamentari Campani Ciò che è definito “tossico” altrove, anche sulla base normativa comunitaria, in Campania non lo è; ciò che altrove è considerato “pericoloso”qui non lo sarà. Le regole di tutela ambientale e salvaguardia e controllo sanitario, qui non saranno in vigore. La polizia giudiziaria e la magistratura in tema di repressione di violazioni della normativa sui rifiuti, hanno meno poteri che nel resto d’Italia e i nuovi tribunali speciali per la loro smisurata competenza e novità, non saranno in grado di tutelare, come altrove accade, i diritti dei Campani ...
Per questo sono andato con tanta indignazione in corpo all’inceneritore di Acerra, a contestare la conferenza stampa di Berlusconi, organizzata nel cuore del Mostro, come lo chiama la gente. Eravamo pochi, forse un centinaio di persone. (La gente di Acerra, dopo le botte del 29 agosto 2004 da parte delle forze dell’ordine,è terrorizzata e ha paura di scendere in campo). Abbiamo tentato di dire il nostro no a quanto stava accadendo.Abbiamo distribuito alla stampa i volantini :”Lutto cittadino.La democrazia è morta ad Acerra.Ne danno il triste annuncio il presidente Berlusconi e il sottosegretario Bertolaso.” Nella conferenza stampa (non ci è stato permesso parteciparvi!) Berlusconi ha chiesto scusa alla Fibe per tutto quello che ha “subito” per costruire l’inceneritore ad Acerra! (Ricordo che la Fibe è sotto processo).Uno schiaffo ai giudici! Bertolaso ha annunciato che aveva firmato il giorno prima l’ordinanza con la Fibe perché finisse i lavori! Poi ha annunciato che avrebbe scelto con trattativa privata, una delle tre o quattro ditte italiane e una straniera, a gestire i rifiuti.Quella italiana sarà quasi certamente la A2A ( la multiservizi di Brescia e Milano) e quella straniera è la Veolia, la più grande multinazionale dell’acqua e la seconda al mondo per i rifiuti. Sarà quasi certamente Veolia a papparsi il bocconcino e così, dopo i rifiuti, si papperà anche l’acqua di Napoli.Che vergogna! E’ la stravittoria dei potentati economici-finanziari, il cui unico scopo è fare soldi in barba a tutti noi che diventiamo le nuove cavie. Sono infatti convinto che la Campania è diventata oggi un ottimo esempio di quello che la Naomi Klein nel suo libro Shock Economy, chiama appunto l’economia di shock! Lì dove c’è emergenza grave viene permesso ai potentati economico-finanziari di fare cose che non potrebbero fare in circostanze normali. Se funziona in Campania, lo si ripeterà altrove. (New Orleans dopo Katrina insegna!)...
Non abbandonateci. E’ questione di vita o di morte per tutti. E’ con tanta rabbia che ve lo scrivo.Resistiamo!".Padre Alex Zanotelli, Napoli, 12 luglio 2008

 
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view post Posted on 29/12/2008, 18:54
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Dal sito di Beppe Grillo

La riforma delle riforme



Lo psiconano ha detto che "il 2009 per quanto mi riguarda sarà terribile". Ha affermato che le priorità assolute del Governo per fare uscire il Paese dalla crisi saranno la "Riforma della giustizia e la legge sulle intercettazioni". I disoccupati possono dormire tranquilli. Se telefonano alla moglie avranno la sicurezza di non essere intercettati. E anche gli occupati, sempre meno, non devono avere preoccupazioni. Se un amministratore pubblico, pagato dal loro IRPEF, ruba non finirà in galera. Di fronte a un'Italia impoverita, con una previsione di due milioni di disoccupati in più, le parole dello psiconano sono come l'orchestra che accompagnava gli ebrei alle camere a gas a Auschwitz. Questo Governo, dal suo insediamento la scorsa primavera, ha avuto un'unica priorità: evitare a tutti i costi che i politici finiscano in galera, a partire dal presidente del Consiglio. Il lodo Alfano è stato una pietra tombale sulla democrazia. Quattro persone in Italia sono più uguali delle altre. Dei processi Mills e Bassolino si occupano solo i giudici, l'informazione di regime è assente.
Lo psiconano ha ricordato che lui "si trova per la terza volta, ed è un record assoluto, a essere presidente del G8 e del G14". Un'affermazione che dovrebbe farci riflettere. Se uno come lui arriva a un record del genere come nostro rappresentante non ci sono televisioni controllate che tengano. Il problema siamo noi. La nostra ignavia. Quest'Italia non è mai nata, non ha un corpo e neppure un'anima. E' uno zombie dominato da mafie, massoneria e criminalità politica. Ha avuto qualche sussulto con le lotte partigiane, con Falcone e Borsellino, con Ambrosoli e Livatino. Ma sono stati casi isolati. Le eccezioni che confermano la regola. Da sempre chi non si è rassegnato e si è opposto al regime è stato isolato o ucciso, spesso isolato per essere ucciso.
Una finta democrazia non è più sufficiente a chi sta attuando in modo scientifico i piani della P2. Ora vuole una vera dittatura. Li abbiamo sottovalutati, credevamo che avessero un limite. Non lo hanno. Sono i nostri dipendenti e sono diventati i nostri padroni. Dei cialtroni, ma con un immenso istinto di sopravvivenza, il loro per il momento è più forte del nostro. Ci tengono ancora in coma mediatico assistito grazie ai ai giornali (finanziati da noi) e all'occupazione delle televisioni.
Il risveglio sarà duro e quando Testa d'Afalto dice "il 2009 PER QUANTO MI RIGUARDA sarà terribile", forse pensa a sè stesso. Il 16 dicembre 1944 Mussolini si recò al Teatro Lirico a Milano. L'Italia era distrutta dalla guerra a causa sua, ma i milanesi gli riservarono un'accoglienza trionfale. Pochi mesi dopo a Piazzale Loreto avevano cambiato idea.
Una sola riforma è necessaria in Italia: la Riforma della Politica. I nostri rappresentanti non possono essere al di sopra della legge. In Commissione al Senato sono ferme da mesi le firme di 350.000 italiani onesti per la legge popolare Parlamento Pulto. Non vengono prese in esame da Vizzini, il presidente della Commissione, del PDL. Il suo capo non lo permette. Il PDmenoelle dei D'Alema e di Cicciolino Veltroni neppure.
Ogni tanto ci penso e non capisco. Perchè proprio a noi? Di quale delitto ci siamo macchiati come popolo per avere dei politici di questo livello? E per quanto ancora?
Loro non molleranno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

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view post Posted on 1/1/2009, 23:30
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DAL SITO DI BEPPE GRILLO

31 Dicembre 2008
Discorso di Capodanno



"Umanità! Popolo italiano!
Siete tutti in vacanza, siete in ferie, eh? Con la social card, eh! Social Card, due parole inglesi per prendervi per il culo in italiano.
Siete in ferie, ma non lo siete solo voi: è l'Italia che è in ferie. L'Italia va in ferie un mese, riaprirà il 12 gennaio... chissà se riaprirà, l'Italia.
Signori, abbiamo una grande occasione: il 2009 andremo contro un muro, ci sbatteremo una facciata pazzesca ma ci farà svegliare da questo coma e ci farà capire in che situazione siamo.Ci farà solo bene, questo shock. Sarà uno shock traumatico. Siamo tutti nel tunnel, e c'è gente che va in televisione a dire: "bisogna uscire dal tunnel, ci usciremo nel 2010".State nel tunnel! State nel tunnel! Fuori è ancora peggio!
Signori, la democrazia se n'è andata sotto i nostri occhi, i cittadini sono tagliati fuori, cinque persone hanno eletto questo social network di pregiudicati, ruffiani, amici degli amici, avvocati che fanno leggi per gli amici degli amici.
Signori, in Abruzzo il 50% non è andato a votare: è il nostro partito. Lo dicevamo noi di non andare a votare, perché erano elezioni illegali e anticostituzionali. 50% più quello che ha preso Di Pietro: noi siamo la maggioranza del Paese! Loro sono la minoranza, e lo vedi dai loro sguardi: hanno paura.
Noi esportiamo cose meravigliose: prima la pizza, la cultura... adesso esportiamo delinquenti e pregiudicati o presunti tali, in Europa. Ci andranno Del Turco, Bassolino... questa è la grande caratteristica che abbiamo.
Ma il 2009 farà nascere delle cose meravigliose: siamo in guerra, siamo in guerra! Per cortesia, ogni cittadino si deve mettere un elmetto, uscire e farsi la democrazia fai da te! Farsi la sua politica, e voi avete un potere enorme: quello del vostro piccolo portafoglio, come spendere e come non spendere. Io sto seguendo i consigli dello psiconano, che ormai vaneggia sui consumi. Siamo noi, quelli vogliono risparmiare, che creano il delirio dell'economia.
Siamo veramente in un momento strano, in un momento in cui all'asta dei buoni del Tesoro, BTP e CCT, due aste sono andate deserte. C'è qualcosa che non quadra più se i grandi istituti non comprano. Il nostro debito sta salendo, le imprese che chiudono non danno più tasse quindi non ci sarà più reddito per lo Stato. L'IRPEF non la si pagherà, il debito salirà, è già oltre 1700 miliardi e dobbiamo pagare 80 miliardi di euro di interessi all'anno e ci rompiamo i coglioni col lodo Alfano...Lo vediamo dalla faccia di Tremonti, che è un fantasma che si aggira.
Signori questa sarà una grande battaglia, è una grande occasione per cambiare le cose e le cambieremo. Le cambieremo, perché partiremo dal basso con le liste civiche, rovesciamo la piramide. I cittadini entrano nei comuni, creano trasparenza con gli altri cittadini. Dai comuni alle Regioni, poi dalle regioni in Parlamento. Rovesciare la piramide, è questa la nostra battaglia. Però i cittadini devono avere un'informazione corretta, che potete trovare solo sulla Rete, perché i giornali sono ormai una questione del passato.
Non c'è più nulla da trovare nei giornali, la verità non c'è più. Sarà qualcosa di straordin... Ciro! Ciro! Non toccare i sacchetti di sabbia alla finestra! Lascia stare il fucile a pompa! Dicevo... dovete stare sereni.
I giovani mi chiamano, i ragazzi mi chiedono: "che futuro abbiamo?". Ragazzi non preoccupatevi per il futuro: non ce l'avete. Una preoccupazione in meno. Dove andremo a finire? Andremo a finire che cento imprenditori, cento zecche hanno salassato questo sistema.
Questi politici che sono lì da venti, trent'anni. La moglie di Fassino, del globulo, la signora Serafini è trent'anni in politica e non ho capito che cazzo ha fatto in trent'anni. La Carfagna... abbiamo delle cose che ci guardano allucinati da tutto il mondo.
Abbiamo nani... non bastava uno psiconano, ce n'è un altro, Brunetta che è un iPod nano.
Abbiamo cose che non si riescono a capire, siamo nel delirio, nella controtendenza.
Il mondo va verso le energie rinnovabili, Obama parla di rifiuti zero, di rinnovabili e noi parliamo di inceneritori e discariche, di diossina, di tumori.Il mondo va verso le rinnovabili e noi parliamo di nucleare. Il nucleare. Siamo in mano a dei malati di mente, malati di mente: ve l'immaginate una centrale nucleare costruita da Ligresti e controllata da Tronchetti Provera?
Siamo oltre ogni limite, però il 2009 daremo una di quelle facciate, ma una di quelle facciate che sarà la nostra resurrezione. Noi risorgeremo, cari amici, risorgeremo dal basso. Forti, forti con l'elmetto in testa. Lo faremo per noi e se non lo faremo per noi lo faremo per i nostri figli e i nostri nipoti.
Se i cittadini saranno esautorati da qualsiasi diritto... perché le leggi popolari le insabbiano - noi abbiamo fatto una legge popolare per mandare via i pregiudicati, due legislature, voto di preferenza - è nella commissione. Devono decidere se discutere quelle leggi popolari. Quattrocentomila persone sono andate a firmarle. Se non le discutono verremo noi lì, a farvele discutere, ve le discuteremo sulla faccia, vi guarderemo negli occhi.
I cittadini sono tolti da qualsiasi diritto costituzionale, dai referendum alle leggi popolari, alle petizione. Li mandano via dai comuni. I cittadini devono riappropriarsi della democrazia. Quindi buona guerra, buon 2009. State su e soprattutto state sereni! Ciro! Lascia stare i sacchetti!" Beppe Grillo

 
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view post Posted on 6/1/2009, 18:42
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VALE LA PENA DI LEGGERLO... image image
DAL BLOG DI BEPPE GRILLO

PASSAPAROLA DI TRAVAGLIO
Testo:
"Buongiorno a tutti.
Chi di noi ha avuto la sfortuna di essere sintonizzato su Canale 5 ieri a mezza sera, avrà notato uno spettacolino degno della Korea di Kim Il Sung, una specie di monumento equestre in versione televisiva a Bettino Craxi, nel nono anniversario della sua scomparsa.
Un filmino messo insieme da alcuni suoi ex famigli e ovviamente trasmesso in pompa magna, è il caso di dirlo, da Mediaset.
E' chiara la devozione di Mediaset al suo santo protettore: senza Craxi, Berlusconi non sarebbe dov'è, Mediaset non sarebbe lì visto che è sopravvissuta alle varie violazioni di legge che prima Fininvest e poi Mediaset hanno perpetrato in barba alle normative nazionali, europee, alla Corte Costituzionale, eccetera.
Grazie al padrinaggio di Craxi e poi al padrinaggio dello stesso Berlusconi che poi è andato in politica a sostituirlo.
Si comprende la ragione per cui Mediaset e Fininvest e il mondo Berlusconiano sono così affezionati allo scomparso leader pregiudicato e latitante.
La cosa interessante è che probabilmente nemmeno Mediaset si era mai ridotta così male, si era mai abbassata e umiliata a tal punto, nella sua campagna revisionista e negazionista di quello che è avvenuto nella storia italiana negli ultimi quindici-vent'anni.
Si provava imbarazzo persino per Mediaset, ieri sera, nel vedere scorrere quella specie di vita dei Santi, quella specie di agiografia di Santa Maria Goretti con gli occhiali e il garofano.
Purtroppo, molti di quelli che hanno visto quella cosa, spero pochi grazie alle vacanze, erano persone che hanno dimenticato, altri sono persone che non hanno mai saputo, altri sono persone che non c'erano perché sono giovani e quindi non hanno gli strumenti per verificare.
Forse è il caso di mettere qualche puntino sugli “i” per evitare gli effetti collaterali di queste vere e proprie armi di distruzione di massa intellettuale e cerebrale e della memoria collettiva, onde evitare che poi queste radiazioni si propaghino per anni.
Meglio fermarle, meglio immunizzarsi.
Intanto era chiaro a tutti che se fosse vero quello che è stato raccontato non si capirebbe per quale motivo questo signore è dovuto scappare dall'Italia in fretta e furia, per sfuggire a varie sentenze di condanna e a un destino di galera, visto che Craxi era stato condannato a dieci anni di galera.
Voi sapete com'è difficile in Italia riuscire a condannare un potente, non dico a dieci anni ma a dieci minuti di galera.
Lui era riuscito a totalizzare dieci anni e, se non fosse morto prematuramente, ne avrebbe totalizzati altri perché c'erano tanti altri processi per tangenti che avevano già superato la prima fase e probabilmente Craxi se la sarebbe cavata con una ventina d'anni di galera, visto quel poco che si era scoperto rispetto a quello che aveva fatto.
Soprattutto, non si capirebbe per quale motivo questo statista di fama mondiale, nei periodi di massimo fulgore, riuscisse a ottenere il 14 e qualcosa percento dei voti.
All'epoca si votava col proporzionale. Il miglior Craxi ha ottenuto meno voti del peggior Fini, perché voi vi rendiate conto di quanto poco gli italiani si fossero accorti di questo tesoro che avevano in casa, incompreso.

Il tesoro di Craxi
In compenso il tesoro ce l'aveva Craxi che in Svizzera era tenutario di due conti, il conto Constellation finanzier e il conto Northen Holding, che gli gestiva un suo compagno di scuola, Giorgio Tradati, fiduciariamente – un prestanome – sui quali accumulava i soldi delle tangenti che le più grandi imprese italiane gli pagavano.
Dalla Fiat, all'Olivetti, alla Fininvest, il gruppo Ligresti, il gruppo Torno... vari grandi costruttori, piccoli e medi.
Soldi suoi, non soldi del partito. Poi c'erano anche le tangenti per il partito che venivano gestite su altri conti, sempre in Svizzera, da un altro gestore che era il tesoriere del partito, l'On. Vincenzo Balzamo.
Sui soldi personali di Craxi andò poi a spazzolare tutto un barista di Portofino che Craxi designò al posto di Tradati, quando nel 1993 temeva che Di Pietro e il pool di Milano gli sequestrassero la roba sua.
Cioè era roba nostra però se ne era appropriato lui.
Raggio fu mandato in Svizzera: era il fidanzato della contessa Vacca Agusta , una vecchia amica di Craxi che abitava a Portofino, spazzolò i conti, portò via cinquanta miliardi di lire che Craxi teneva in quel momento e scappò in Messico, dove rimase latitante per un paio d'anni.
Una volta preso confessò e fece la lista della spesa, dimostrando che Craxi quei soldi non li usava per il partito ma per se, e infatti i giudici poi hanno ricostruito questa lista della spesa.
Una lista che fa un po' spavento se uno pensa alla fama che hanno costruito intorno a questo presunto statista, che in realtà era un comune ladro, se “ladro” ha ancora il senso che gli abbiamo dato nei vocabolari: persona che si appropria di denaro altrui.
Si era comprato appartamenti a Barcellona, New York, La Tuille, Milano, Madonna di Campiglio.
Si era comprato un aereo privato del valore di un milione e mezzo di dollari, aveva regalato alla sua amica – la possiamo chiamare così – Ania Pieroni una televisione. Non un televisore, proprio una stazione televisiva, Roma CineTV, che pagava a botte di cento milioni al mese.
Non bastando, le pagava anche la servitù, l'autista, la colf e le acquistò – sempre a questa ragazza dalle doti spettacolari – un hotel, l'hotel Ivanhoe, a Roma e un appartamento.
Poi, naturalmente, c'erano gli affetti familiari: il fratello Antonio era un signore, dev'essere anche simpatico, che si era invaghito del guru Sai Baba, quindi pascolava per le indie al seguito del Sai Baba.
Era piuttosto squattrinato e una Craxi, coi soldi nostri, gli comprò una villa e un'altra volta gli prestò 500 milioni di lire che non rivide mai più, tanto non erano suoi.
C'era la cognata che si occupava di queste vicende, mi pare che si chiami Silvy.
Poi c'era il figlio Bobo, che a Milano in quel periodo sentiva un'aria poco favorevole, e gli affittò un bel villino a Saint Tropez perché andasse anche lui esule a svernare lontano da occhi indiscreti e malevoli.
Queste ed altre sono le destinazioni di quei soldi, ma ieri sera la parola “tangenti” non è mai risuonata in tutta l'ora del cosiddetto documentario perché si parlava d'altro.

Craxi, lo Statista che fece la Storia.
Voi avete visto, a Craxi sono stati attribuiti tutti i grandi avvenimenti dell'ultimo secolo, mancava soltanto, per motivi anagrafici, che gli attribuissero anche la vittoria nella prima Guerra Mondiale alla battaglia di Vittorio Veneto o alla guerra di Crimea ai tempi del Risorgimento, o un ruolo decisivo nel Congresso di Vienna.
Ma solo perché non era nato, altrimenti l'avremmo visto spuntare anche al Congresso di Vienna con un bel parrucchino.
In compenso gli hanno attribuito la caduta di Pinochet, il ritorno della democrazia in Cile; la Primavera di Praga; la battaglia dell'Occidente contro i missili dell'Unione Sovietica.
Se l'Unione Sovietica ha dovuto disarmare e poi è tracollata è stato merito di Craxi.
Gli hanno attribuito meriti clamorosi nella vittoria di Solidarnosc in Polonia, gli hanno attribuito addirittura la paternità di Blair.
Blair sarebbe un figlioccio di Craxi: Blair non lo sa ma è un figlioccio di Craxi.
Gli hanno attribuito la caduta del Muro di Berlino, trionfi in tutto il mondo e su tutto l'Orbe Terracqueo.
Addirittura, a un certo punto, si è sentito che Craxi sarebbe il padre dell'Europa.
Noi credevamo che fossero De Gasperi, Shuman e Adenauer: no, l'Europa che ci piace come la conosciamo ora nasce a Milano negli anni Ottanta, per merito di Craxi.
Questo abbiamo sentito dire ieri sera: Craxi che lotta contro i militari sudamericani, Craxi anticomunista perché l'Italia, se non lo sapevate, è stata governata per cinquant'anni dai comunisti, tranne il periodo in cui c'è stato Craxi.
Questa è la versione che ci hanno dato, e quando si faceva accenno alla Democrazia Cristiana era per dire che questa stava con i comunisti.
In realtà non c'è mai stato nessun governo con ministri comunisti, mentre dagli anni Sessanta al Novantadue tutti i governi, salvo rare eccezioni, hanno avuto ministri democristiani e socialisti.
Si sono dimenticati di dire che questo portentoso anticomunista di Craxi governava a Roma con i democristiani e nelle giunte locali con i comunisti.
Lui governava sempre, l'alleato cambiava a seconda di chi era a disposizione.
A Milano, per esempio, le giunte rosse erano capitanate da suo cognato Pillitteri.
Ma anche di questo familismo amorale di Craxi, che aveva sistemato il cognato a sindaco di Milano, il figlio al vertice del Partito Socialista milanese, una corte di nani e ballerine non si è minimamente sentito raccontare.
E' stato elogiato Craxi perché si opponeva alla linea della fermezza, cioè voleva trattare con le Brigate Rosse, e questo elogio arriva dagli stessi che oggi ci dicono che bisogna avere una linea della fermezza contro il terrorismo, quello degli altri: quando il terrorismo ci tocca allora bisogna trattare.
Questa è la loro posizione.
Ci hanno raccontato che Pertini era un grande amico di Craxi, proprio un suo sponsor, mentre sappiamo benissimo che Pertini non sopportava Craxi e faceva delle sfuriate incredibili, anche pubbliche, nei confronti di questo ducetto che si comportava come se l'Italia fosse diventata una Repubblica presidenziale o, anzi, come una Repubblica dove comanda il premier.
Ci hanno fatto vedere che Craxi fu il primo a toccare il tabù della intoccabilità della Costituzione, come se fosse un bene predicare contro la Costituzione del proprio Paese – una cosa che si può fare soltanto in Italia, quello di sputare sulla propria Costituzione e di vantarsene come se fosse un merito.
Fu il primo a denunciare la politicizzazione della magistratura: non hanno precisato che Craxi si accorse della politicizzazione della magistratura quando i magistrati cominciarono ad arrestare i socialisti che rubavano.
Quando presero i socialisti della giunta di Torino, giunta rossa, che rubavano. Giunta capitanata da un galantuomo, come Diego Novelli, ma dentro c'erano anche delle persone che si sono scoperte essere permale e che infatti Novelli immediatamente segnalò, grazie alla denuncia di un imprenditore alla Procura della Repubblica.
Quando i magistrati andarono a prendere un altro boss socialista, Teardo, in Liguria, quando furono scoperti scandali che riguardavano ruberie socialiste in tutti gli anni Ottanta; quando Beppe Grillo fu cacciato dalla Rai per avere cominciato a dire quello che la vox populi sapeva e diceva sottovoce da tempo, cioè che i socialisti erano diventati dei gran bei forchettoni.
Craxi, quando cominciarono a prendere i ladri di casa sua, sentendo ovviamente avvicinare le sirene a se stesso, tuonò contro la politicizzazione della magistratura e questo viene addotto come un suo merito, mentre in realtà è l'inizio di una deriva devastante del potere politico che attacca il potere giudiziario quando questo ci vede molto bene e le rare volte che faceva il suo dovere, negli anni Ottanta.
Craxi aveva magistrati amici suoi: consulente a Palazzo Chigi, quando Craxi fu presidente del Consiglio tra l'83 e l'87, c'era il giudice Squillante che poi si è scoperto prendere soldi in Svizzera dagli avvocati dei suoi imputati, a cominciare da Previti.
Squillante era il consigliere giuridico di Craxi, era una specie di attaché del Partito Socialista nella magistratura romana dove era il vice capo dell'ufficio istruzione e, con il nuovo codice, il capo dell'ufficio GIP.
Era quello che decideva chi si arresta e chi no, chi si rinvia a giudizio e chi no, e infatti non rinviava a giudizio e non arrestava mai nessun socialista, nemmeno sotto tortura, era contro i suoi princìpi.
Ma questo, naturalmente, non era un giudice politicizzato perché era un giudice che, ad honorem, aveva la tessera del PSI, anzi la tessera col faccione di Bettino Craxi.
Berlinguer tirò fuori la questione morale e infatti, nel documentario, viene dipinto come un losco figuro, uno che parla di questione morale in casa socialista è come uno che parla di corda in casa dell'impiccato, o meglio uno che parla di manette in casa del ladro.
Ci viene raccontato che quando Berlinguer manifestava contro gli euromissili era pagato per fare quelle manifestazioni dall'Unione Sovietica.

Craxi, i terroristi e Saddam Hussein.
Ci viene raccontato l'episodio di Sigonella, che ancora purtroppo, secondo molti, è considerato uno degli aspetti migliori della carriera politica di Craxi perché nessuno si ricorda più come andarono le cose.
Un commando di terroristi dell'OLP, capitanati da Abu Abbas, aveva sequestrato una nave da crociera dell'Achille Lauro in acque italiane, nel mediterraneo.
Il governo italiano, presidente del Consiglio Craxi, ministro degli esteri Andreotti, ministro della difesa Spadolini, trattarono con il presidente egiziano Mubarak perché si arrivasse ad una soluzione incruenta e promisero a lui, e quindi ai palestinesi che erano in collegamento diretto con Arafat che come al solito faceva il doppio gioco, che se se si fossero consegnati non sarebbero stati affidati agli americani ma sarebbero stati giudicati dalla giustizia italiana.
Questo ufficialmente venne detto, cosa fu pattuito segretamente lo possiamo immaginare da quello che successe dopo.
Quando i terroristi, una volta consegnati, arrivarono su un aereo militare nella base americana di Sigonella, successe che gli americani tentarono di farseli consegnare per portarli in America e processarli.
Li volevano processare perché, contrariamente a quello che si erano impegnati a fare, cioè una fine incruenta del sequestro, si era scoperto che questi tagliagole dell'OLP, di Abu Abbas e dei suoi uomini, avevano assassinato un ebreo paralitico anziano americano, che era in crociera in carrozzella, Leo Klinghofer, e avevano lanciato il cadavere nel mare.
C'era la chiglia dell'Achille Lauro sporca del suo sangue.
Questi assassini gli americani li volevano processare nel loro Paese: giustamente, l'Italia disse: “il delitto è avvenuto in Italia, li processiamo noi”.
Certo, ma si sarebbe dovuto prendere questi terroristi e affidarli alla giustizia italiana.
Invece, si presero i pesci piccoli cioè i membri del commando, ma il capo della banda, l'ideatore del sequestro, Abu Abbas, fu caricato su un aereo dei servizi segreti, spedito in Iugoslavia e di lì mandato in Irak, dove c'era Saddam Hussein pronto ad accoglierlo a braccia aperte.
Il governo Craxi ha preso il capo di una banda di terroristi che hanno sequestrato una nave e hanno assassinato un ebreo paralitico anziano in carrozzella a sangue freddo e lo ha gentilmente consegnato a Saddam Hussein, per evitare che venisse processato in base a un delitto commesso in Italia.
Tant'è che Abu Abbas fu condannato in contumacia all'ergastolo, ma non scontò mai la pena ed è morto due o tre anni fa a Baghdad durante le operazioni di guerra, peraltro per ragioni naturali.
Questo è il caso Sigonella: non è vero che Craxi difese a spada tratta la sovranità italiana, Craxi sottrasse il capo di una banda di assassini terroristi alla giustizia italiana per farlo scappare in Irak, dove in quel periodo c'erano le armi di distruzione di massa perché Saddam Hussein si stava occupando di gassare curdi e altre minoranze.
Ieri questo non ci è stato raccontato, ci è stato raccontato che fu un capolavoro diplomatico e che anzi furono tutti contenti, che la cosa finì a tarallucci e vino tra applausi generali.

L'On. Gerry Scotti e boom del debito pubblico.
Per fortuna c'erano gli spot, in questo vergognoso documentario, e si vedeva Gerry Scotti che annunciava qualche programma da lui presentato.
Nessuno ha raccontato che l'uomo che si vedeva negli spot, Gerry Scotti, fu candidato al Parlamento da Craxi e fu eletto deputato.
Pensate, abbiamo avuto Gerry Scotti deputato, nessuno se lo ricorda.
E' stato uno delle più grosse conquiste ottenute da Craxi a livello politico, insieme a candidature be più terrificanti, visto che in Parlamento c'erano nani ballerine e diversi furfanti.
A Craxi è stata attribuita anche la crescita delle piccole e medie imprese: faceva tutto lui, era una cosa fenomenale.
Nessuno ha ricordato che per la sua politica economica - che è stata elogiata per tutto il documentario come se fosse un grande economista, uno che ha salvato l'economia italiana - nei quattro anni in cui fu al governo il debito pubblico passò da quattrocentomila miliardi a un milione di miliardi.
Cioè, è più che raddoppiato.
Il rapporto tra il debito e il Pil, fondamentale per rientrare nei parametri europei di Maastricht, passò dal 70 al 90%.
In quattro anni un debito pubblico che era ancora abbastanza accettabile esplose e ci portò completamente fuori.
Questo è il salvatore dell'economia italiana, lo stiamo pagando ancora adesso.
Quando voi sentite dire che abbiamo settanta miliardi di euro di interessi sul debito e viene sempre attribuito a misteriose eredità del passato, bene il grosso dell'eredità si chiama Craxi.
Naturalmente, nessuno ha fatto vedere i suoi rapporti affettuosi con Licio Gelli, con Squillante, con personaggi addirittura della mala milanese.
Ci è stato detto, invece, che lui ha abbattuto l'inflazione a due cifre, ci ha trasformati in una quinta potenza mondiale, sempre naturalmente contro i comunisti che lavoravano nell'ombra perché erano i padroni dell'Italia, figuratevi.

La latitanza di Craxi.
Ci è stato detto che nel 1992 il pentapartito era in grande salute, ha ottenuto un bel cinquantadue percento dei voti e poi non si capisce cosa sia successo perché il narratore smette di parlare e si cominciano a vedere gazzelle della guardia di finanza, i magistrati di Mani Pulite, facce, circostanze e titoli di giornale.
Ma non c'è nessuno che descrive quello che è successo: è ovvio, perché se avessero dovuto descrivere quello che è successo avrebbero dovuto raccontarvi i nomi dei conti in Svizzera, i cinquanta miliardi che c'erano dentro, le spese private personali e familiari che faceva coi soldi che aveva rubato a noi.
La fuga per sfuggire, latitante, alle leggi del suo Paese, le condanne che nel frattempo si accumulavano, le confessioni che tutti quelli che gli avevano dato i soldi stavano facendo.
Alla fine ci hanno fatto sentire solo la sua versione dei fatti, cioè il suo discorso alla camera che è un altro dei grandi fraintendimenti, delle grandi leggende metropolitane perché ci viene raccontato come un grande discorso di verità e di coraggio.
In realtà non ci vuole nessun coraggio, essendo protetti dall'immunità parlamentare, ad andare in Parlamento e dire: “Signori, qui abbiamo rubato tutti: chi pensa che non sia vero si alzi in piedi e giuri”.
Questo ha fatto lui e questo si è vantato di avere fatto in un'intervista trasmessa in questo documentario.
Non ci vuole nessun coraggio perché non è che Craxi, alla fine di quel discorso, visto che diceva “ho rubato anche io”, per la sua parte di furti si è spogliato dell'immunità parlamentare e si è consegnato nella più vicina questura o caserma dei Carabinieri o della Guardia di Finanza perché gli mettessero le manette e lo portassero via a espiare la pena delle porcate che aveva commesso.
No, lui diceva “abbiamo rubato tutti” perché sottintendeva “quindi ci salviamo tutti, con una bella legge salvaladri”.
Questo era il discorso di Bettino Craxi.
Indipendentemente dal fatto che avessero rubato tanti altri - e infatti ne hanno presi tanti altri di sinistra, di centro, di destra; Mani Pulite sapete che ha preso di tutto, comunisti, persino un missino, democristiani, repubblicani, liberali – tu sai quello che hai fatto, l'hai appena detto, vai e paghi.
Questo non è avvenuto e non c'è niente di coraggioso in quello che ha fatto.
Quello era un ricatto, era un discorso ricattatorio e se c'è qualunquismo in Italia, se si dice nei bar che è tutto un magna magna, che rubano tutti, che sono tutti uguali, è colpa di discorsi come quelli.
E' colpa di chi va in Parlamento e dice che rubano tutti.
Quando dici “qua rubano tutti” autorizzi la gente a pensare che sono tutti uguali.
Voi potete pensare che i mille parlamentari che c'erano in quel momento tra Camera e Senato rubassero tutti? Evidentemente no, c'erano un sacco di persone perbene.
Semplicemente non potevano giurare sull'onestà di tutto il resto del loro partito, ma dato che la responsabilità penale è personale, su Craxi e su tanti altri si sono trovate le prove perché c'erano ma magari su altri non si sono trovate perché le hanno nascoste, su altri ancora non si sono trovate perché non c'erano.
E' quello che porta al qualunquismo, ed è strano che un uomo che con quel discorso e con le sue ruberie ha distrutto il più antico e glorioso partito cento anni dopo la sua nascita - perché il Partito Socialista è stato il primo partito italiano e Craxi lo ha distrutto, non i giudici, come Moggi ha portato la Juventus in serie B e non i magistrati – non venga ricordato come il distruttore del Partito Socialista.
Dopo che la gente ci era morta per costruirlo e per ricostruirlo durante la Resistenza, la gente ci aveva speso, dal più umile dei militanti ai grandi leader come Pertini, Nenni, Riccardo Lombardi, Turati.
Perché continuano a beatificare proprio quello che lo ha distrutto, portandolo nel fango e nello sterco?
Perché certi favori poi si pagano anche postumi: invece di raccontarci le tangenti, le valigette, i soldi, ci hanno raccontato la giustizia politica, la giustizia a orologeria, i suicidi in carcere.
Sappiate che per Mani Pulite non si è suicidato nemmeno un imputato. Quando dico nemmeno uno, vuol dire nemmeno uno: zero sono i suicidi in carcere dell'inchiesta Mani Pulite.
Abbiamo sentito parlare di golpe.
A un certo punto Craxi fa un parallelo tra l'inchiesta Mani Pulite e le bombe che la mafia sta mettendo in quel momento.
Di Berlusconi non si è parlato in tutto il documentario, come se Berlusconi non esistesse, come se gli imprenditori fossero solo De Benedetti e Romiti.
Berlusconi non c'era: i ventuno miliardi che ha pagato a Craxi tramite la All Iberian sui conti in Svizzera, le due leggi che gli ha fatto Craxi negli anni Ottanta per neutralizzare le ordinanze dei pretori sulla Fininvest, la legge Mammì che gli ha scritto su misura per mantenere il suo monopolio sulla TV privata.
Craxi che festeggia con Berlusconi lo scampato pericolo quando nell'Aprile 1993 la Camera nega l'autorizzazione a procedere chiesta dai giudici di Milano.
Berlusconi che scende in campo calpestando la memoria di Craxi, fingendo quasi di non conoscerlo e dicendo: “Io sono Mani Pulite, basta con questi partiti che rubano”.
Non si è detto una parola su niente, non s'è detto una parola sui rapporti tra Craxi e l'imprenditoria più losca del Paese.
Craxi è stato presentato come uno che contrastava le grandi famiglie del salotto buono del capitalismo, quando poi in Svizzera nei suoi conti arrivavano i soldi dalle grandi famiglie del salotto buono.
Persino De Benedetti a un certo punto confessò di aver pagato tangenti a Craxi perché se no nella pubblica amministrazione non lo lasciavano entrare.
Che la Fiat l'abbia pagato è scritto in sentenze definitive, eppure Craxi viene presentato come un ostacolo, una pietra d'inciampo delle grandi famiglie.
Alla fine si vede la spiaggia di Hammamet, il mare, il tramonto e ogni tanto compaiono anche i ritratti di Mazzini e Garibaldi, come per dire “avete capito che questo non è un latitante, ma un esule”.
Purtroppo Mazzini e Garibaldi non rubavano, questa era la differenza: non erano scappati dall'Italia perché rubavano ma evidentemente per motivi politici.
Per chi vorrà approfondire è inutile che vi dica che ci sono libri, documenti, delle sentenze (ne metteremo altre sui nostri blog).
Tenete presente che c'è un motivo per cui va in onda oggi.
Non c'è nemmeno la cifra tonda dei dieci anni, sono nove gli anni dalla scomparsa di Craxi.
La ragione per cui è andata in onda questa agiografia è perché, insieme a Licio Gelli, si sta avverando il progetto craxiano: presidenzialismo e controllo politico sulla magistratura.
E' sembrato giusto, a chi di dovere, dopo il grande ritorno televisivo del Gran Maestro Unico Licio Gelli, con tanto di grembiulino, omaggiare anche un altro ispiratore di questi tempi mefitici e laidi che stiamo vivendo.
Passate parola."

VI POSTO QUESTO POST DI UN BLOGGER DI GRILLO CHE HA COMMENTATO IL PASSAPAROLA DI TRAVAGLIO...
Mediaset, cioè le TV private del Nano, glorificano Craxi, dicendo che durante i suoi governi si stava bene, non c'era crisi, era un grande statista, e tante altre sviolinate di questo tipo.

Ma il servizio su Mediaset ha dimenticato di dire alcune cose molto importanti su Elisabetto Craxi detto Bettino:

1) E' morto ad Hammamet perchè era un LATITANTE! Condannato per tangenti, protetto dal Parlamento finchè possibile, e scappato quando sentì le manette avvicinarsi.

2) E' stato Craxi che con la legge Mammì ha regalato 3 televisioni al Nano. Ci saremmo potuti risparmiare 15 anni di lavaggio del cervello mediatico.

3) Dicono che i governi di cui faceva parte Craxi ci fecero uscire dalla crisi, che si percepiva più benessere rispetto adesso.
E' corretto, hanno detto il vero, ma a quale prezzo ce lo siamo chiesti?

Dal 1980 al 1994 hanno governato coalizioni di governo del CAF, cioè Craxi-Andreotti-Forlani.

Bene... se noi oggi siamo nella cacca lo dobbiamo in buona parte al pesantissimo debito pubblico, e il CAF dei governi 1980-94 fece salire il rapporto Debito/PIL dal 60% (1980) al 124% (si, avete letto bene, CENTOVENTIQUATTRO PER CENTO).

Craxi ci fece sentire meglio, ma sotto sotto ci fece un CULO COSI' col Debito Pubblico.
Ci penserà poi Tremonti nel 2001-2004 a dare la mazzata finale al Debito, riducendo l'Avanzo Primario dal 5% all'1%.

Quindi Craxi:
-HA RUBATO ED E' SCAPPATO
-HA REGALATO LE TV-SPAZZATURA AL NANO
-HA DISASTRATO ECONOMICAMENTE L'ITALIA

L'unica cosa che posso celebrare di Craxi è il giorno che se ne è andato dall'Italia, e spero vivamente che lo Psiconano lo segua presto, moooolto presto!

Libero Dalla Guerra, Forlì 05.01.09 16:15|

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view post Posted on 10/1/2009, 16:34
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Tremonti e Bossi

Per ogni 100 euro di tasse che paghiamo, 18 sono per gli interessi sul debito pubblico. Il problema del debito pubblico è semplice: se non ci occupiamo del debito, il debito si occupa di noi. Si sta occupando di noi ogni giorno, dalla sua esplosione avvenuta con i governi Craxi e Andreotti. Tagli alla scuola, alla salute, alla ricerca. La decadenza del Paese. Il debito toglie risorse ai servizi e allo sviluppo per darle alla politica e alle lobby. L’italiano paga le tasse per interessi su un debito colossale contratto da altri a suo nome.
Il 2008 si è chiuso con circa 1.700 miliardi di euro di debito. Nel 2009 ci aspetta una rata di 80 miliardi di interessi. Con 80 miliardi potremmo rilanciare il Paese, altro che social card. Nel 2009 ci sono titoli di Stato in scadenza e in offerta tra i 2 e i 300 miliardi di euro. Chi li comprerà? Tremonti ci rassicuri. Ci dica se ci sono sottoscrittori, se gruppi finanziari, bancari hanno già dato adesione. Se Mediaset ha prenotato qualcosa, se i patrioti Colaninno e Tronchetti sono in lista d’attesa. L’Italia non può aspettare fino all’ultimo per sapere. Se è necessario si lanci una colletta tra i dipendenti pubblici. So che ci avete già pensato. Al posto del 30% dello stipendio potreste dare dei buoni del tesoro equivalenti. Non è una cattiva idea. I dipendenti pubblici comprano il debito pubblico attraverso il quale lo Stato paga gli stipendi pubblici. E’ un po’ contorto, ma può funzionare.
Lo “spread”, avete già sentito questa parola? Sembra una bibita, una via di mezzo tra la sprite e il chinotto. Lo spread è la differenza tra gli interessi riconosciuti da titoli di Stato di una nazione e quelli di un’altra. Per riuscire a vendere i nostri titoli dobbiamo riconoscere interessi superiori ai titoli degli altri, della Germania, della Francia, dell’Olanda… e lo spread aumenta, aumenta insieme alle tasse. E’ come un elastico che si tende. I titoli di Stato, se comprati in grande quantità, vengono assicurati. Ci si assicura contro il fallimento (il “default”) dello Stato che emette i titoli. Il costo dell’assicurazione dell’Italia sta schizzando.
Nel 2008 i conti dello Stato sono andati in rosso per altri 52,9 miliardi di euro. La coppia Berlusconi/Tremonti è imbattibile nell’indebitare gli italiani. E anche per coprire questi 52,9 miliardi si dovranno vendere Bot e Cct. Il potere del debito è enorme. E’ un potere che gli italiani hanno lasciato ai politici. Ci possono indebitare senza copertura finanziaria, ipotecare il nostro futuro quando vogliono, quanto vogliono. Il potere del debito gli va tolto prima che prenda fuoco il pagliaio Italia. Belin, corro in cucina, sento odore di Tremonti bruciato.


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La casalinga di Voghera si sta svegliando dal torpore televisivo. Il marito sta limando gli zoccoli in garage. L'istigazione al consumo berlusconpopolare la lascia perplessa. I debiti che ha accumulato piena di fiducia nelle panzane di Giordano, Belpietro e Fede non la fanno più dormire di notte, ma la colpa è sua se il Paese non riparte. Sente uno strano odore nell'aria, e non è Chanel numero 5. Ed è diventata più sospettosa da quando è stato lasciato a casa il maestro Pregadio dalla Corrida. Belin. Se alla casalinga di Voghera togli Roberto Pregadio è l'inizio della fine.

"Caro Beppe,
qui in Inghilterra è già il '29. Il 5 gennaio ha chiuso Woolsworth (27.000 dipendenti), supermercato di esperienza decennale, dei prodotti accessibili alla working class, l'ideale per la casalinga di Voghera, si direbbe da voi.
Seguiranno chiusure di altre grossi reti commerciali. Gran parte delle maggiori banche sono gia' state 'nazionalizzate' dal governo. I prezzi delle case sono crollati. A Londra non si vende più neanche un garage. Il cibo è in flessione. Ma i soldi valgono anche meno. La sterlina è crollata. Carta straccia come il marco tedesco ai tempi della Repubblica di Weimar. Entro il 2009 un milione e centomila dipendenti saranno disoccupati. Alla City hanno cominciato già. Dovrei piangere, allora? Macché che me la rido alla grande!
Questa crisi ci voleva. E' un toccasana per tutti. La vendetta delle persone oneste e che basano la loro economia sul lavoro per gli altri e non sul consumo per sè e basta. Io, come medico, ho sempre lavorato tanto (ben piu' di 40 ore a settimana), non ho mai fatto debiti, ho sempre cercato di evitare le cafonate della casalinga di Voghera ( vacanze ai tropici, ristorante ogni sabato sera, week end sulla neve, etc.) basate sul credito illimitato per tutti. E questo è il punto. E' la fine dell'ideologia del mercato di massa.
Dagli anni Ottanta in poi, il delirio capitalista aveva disegnato una società di mercato incentrata sulla figura standard della cosiddetta casalinga di Voghera, una persona banale, spesso pigra, consumatrice di 4 o 5 ore di televisione al giorno (di solito telenovelas importante da Berlusconi, qui da noi programmi tipo East Enders o Coronation Street) che doveva avere diritto a tutto per poter comprare tutto e quindi arricchire i pochi veri ricchi del pianeta. A poco poco tutte le cose più importanti della vita come salute, cibo, casa, persino il riposo dal lavoro e il sesso sono diventati un prodotto di mercato. La casalinga non doveva più lavorare e produrre, ma solo consumare ed esigere con cipiglio d'avvocato che tutti i prodotti venissero venduti sotto massima garanzia e tutela per il suo godimento giornaliero. Professionisti con anni di esperienza e competenza come me, costretti a trattare i loro incontentabili clienti (ad un certo punto anche i "patients", dal greco pazein, soffrire, sono diventati "customers") come managers di un supermercato che dovevano 'vendersi nel migliore dei modi (look compreso), anziché essere ringraziati per la loro dedizione quotidiana e perdonati se magari perdevano le staffe con un paziente isterico dopo cento ore di guardia. E quei pochi che lavoravano di più, rischiavano di più, fino a stramazzarci pure sul lavoro. Nella migliore delle ipotesi si beccavano una denuncia instigata da famelici avvocati che sfruttavano il forte senso del diritto della feroce casalinga di Voghera. Incluso il diritto a vivere sempre e con la freschezza di una giovane di vent'anni.
Vivere sempre sani e giovani, mangiando tutto ciò che si voleva (con l'aiuto della trans-genetica di lusso), con il telecomando attaccato al culo, il disco satellitare, le vacanze cheap alle Barbados, i figli fuori dalle balle, meglio se in affidamento, i libri usati come supporto per il tavolino traballante ( bastava la cultura di Bruno Vespa o Emilio Fede). Il marito della suddetta idem, con la panza ancora più debordante e una sola differenza: la Gazzetta dello Sport e il calcio su Sky.
Questo era l'ideale del consumatore su cui si basarono gli inventori del 'mercato libero' negli anni '80, tra cui, in Italia, il furbissimo Berlusconi. Tutt'oggi quello è il profilo di gente su cui si basano le campagne elettorali. Silvio lo sa benissimo. Conquista le casalinghe di Voghera e i loro mariti pallonari e il paese sarà tuo!
Ovviamente queste emerite teste di ca..o, che nella vita non hanno mai studiato nè lavorato per davvero, non potevano sapere che un'economia sana si basa sulla produzione e non solo sul consumo.
Oggi la bolla e' scoppiata. La casalinga di Voghera tornera' a lavare i piatti infiniti che ha lasciato in cucina, il marito pallonaro tornera' a fare il tifo dai bordi del campetto di rione, con sciarpetta e berretto basco alla Fantozzi. I veri ricchi speculatori che li hanno presi per il culo per vent'anni e adesso lasciati in un pozzo di debiti, fanno marameo. Tanto hanno già la casa ai tropici dove ritirarsi e vivere il resto dei loro giorni con buona pace dei milioni di cretini che hanno fregato con i loro consigli per gli acquisti.
Io sono sopravvissuto perché come pochi altri, ho evitato di consumare e mi sono buttato a produrre con il mio lavoro più che potevo. Oggi non ho debiti, e non ho né azioni o titoli finanziari. Ho sempre diffidato della società di mercato. Però adesso quella casalinga e il marito Fantozzi, che credevano di essere ricchi solo perche' avevano dieci carte di credito, mi fanno pena. Io li vorrei aiutare perché derubarli e imbrogliarli è stato come derubare e imbrogliare un incapace d'intendere e volere. Se quei milioni di casalinghe di Voghera e mariti pallonari avessero studiato, si fossero fatti il culo sul lavoro e si fossero tenuti informati da informazione vera anzichè dalle cagate di Bruno Vespa e Mike Bongiorno, nessun ladro li avrebbe raggirati e stuprati. Ecco allora, li aiutamo? Le rivoluzioni si cominciano con le forche. Le prime cento gliele pago io, purché le usino bene su per la natiche di quelli di sopra." Giovanni Dalla-Valle


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Un nuovo anno va iniziato con dei buoni propositi. E quale miglior proposito della disdetta del canone RAI? Difficile trovarne uno migliore. Il canone è utilizzato dai partiti per informarvi che a gennaio nevica e che ad agosto si va in vacanza. Del processo Mills/Berlusconi o del processo Bassolino non c'è mai traccia. La Forleo e De Magistris sono trattati come magistrati deviati e rompicoglioni. La prima serata è dedicata al pensiero di Gasparri e Cicchitto. Giornalisti (?) come Riotta e Mimun diventano direttori di testata.
I fili dell'informazione sono in mano ai partiti. La RAI è uno strumento di propaganda del PDL e del PDmenoelle. La RAI è anche un'orgia, si accoppiano tra di loro per moltiplicarsi. Amanti, sorelle, fratelli, figli, ex mogli e futuri mariti. Migliaia. Un kamasutra sempre in onda. La RAI dovrebbe essere un servizio pubblico, ma è un servizio pubblicitario. Più pubblicitario, che pubblico. Vogliono la pubblicità? Rinuncino al canone. Vogliono il canone? Rinuncino ai partiti. Per ora non si fanno mancare niente. Pubblicità, censura dei partiti, famigli, veline e fiction alla Saccà.
Un servizio di informazione pubblico è necessario, ma per essere pubblico non deve dipendere da Veltrusconi. I modelli ci sono, come la BBC, basta prendere esempio. Da ora fino a novembre si può dare la disdetta del canone. Non paghiamo più per la merda di regime. Per novembre la RAI deve chiudere o cambiare. Due canali senza pubblicità e fuori dal controllo dei partiti mi sembra un buon obiettivo.Chi disdetta il canone può iscriversi al gruppo di Facebook: Cancelliamo il canone RAI.
Le istruzioni :
- Prendere il libretto senza strapparlo in mille pezzi
- Copiare il numero di ruolo dal libretto di abbonamento alla televisione. In assenza chiedere un duplicato con raccomandata A.R. all'indirizzo abbonamenti TV (1° ufficio entrate Torino - S.A.T. Sportello Abbonamenti Tv - Casella Postale 22 - 10121 Torino)
- Non avere pendenze come arretrati o multe
- Versare 5,16 euro con vaglia postale, specificando nella causale del versamento "per disdetta canone numero di ruolo" (scrivere il proprio numero di ruolo)". Beneficiario del versamento: S.A.T. casella postale 22, 10121 TORINO; l'agenzia di pagamento: TORINO VAGLIA E RISPARMI
- Staccare dal libretto la cartolina "d", (la "b" se il libretto è recente) intitolata "denuncia di cessazione dell'abbonamento tv". Barrare la casella 2 che ha la richiesta di suggellamento e compilare gli spazi segnati riportando numero del vaglia e data del versamento
- Nello spazio sottostante vi è lo spazio per per la data di spedizione della cartolina: va riportata e apposta la propria firma. Sul retro della cartolina riportare nome, cognome e indirizzo del titolare che intende disdire. Correggere eventualmente il vecchio indirizzo URAR TV in S.A.T.
- In mancanza della cartolina per la denuncia di cessazione dell'abbonamento, usare la cartolina per le comunicazioni generiche e scrivere:
"Il sottoscritto (nome, cognome, indirizzo) chiede la cessazione del Canone TV e chiede di far suggellare il televisore (numero di ruolo:...) a colori detenuto presso la propria abitazione. A tale scopo ha corrisposto l'importo di 5,16 euro a mezzo vaglia postale n.... del.../.../... sul quale ha indicato il numero di ruolo dell'abbonamento"
Fare una fotocopia della cartolina (davanti e dietro). L'originale della cartolina va spedito con raccomandata ricevuta ritorno all'indirizzo già stampato.
- Attendere il ritorno della ricevuta di ritorno
- Spedire con raccomandata A.R. all'indirizzo del S.A.T. il libretto di abbonamento originale completo con tutto quanto contenuto, tenendo a casa le ricevute dei pagamenti degli ultimi 10 anni (o da quando si è abbonati).

La disdetta va completata entro il 30 novembre 2009. A fronte di quanto sopra, la RAI potrà rispondere richiedendo i vostri dati anagrafici (ancora?), la marca dell'apparecchio da suggellare e dove si trova.
Loro non molleranno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

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Antonio Di Pietro ha consegnato le firme in Cassazione contro il lodo Alfano, quello che rende quattro cittadini più uguali degli altri di fronte alla legge. Dal balcone lo osservava Corrado Carnevale. Kriptonite che scaricava le scatole gli ricordava i suoi vecchi amici Falcone e Borsellino. Un milione di cittadini ha firmato contro Veltrusconi. Le firme saranno ora contate e esaminate una per una alla ricerca di un vizio di forma. A questo serve la Cassazione. A contare e a cassare.
Io ho consegnato le vostre firme lo scorso anno per i tre referendum sulla libertà di informazione. Per ognuno erano necessarie cinquecentomila firme. Un numero enorme per un movimento dal basso, senza finanziamenti, senza copertura dei media, anzi con i partiti, i pennivendoli e i loro editori ferocemente contro di noi. Io credevo e credo tuttora che fossero in numero sufficiente. La Cassazione ha eccepito sul numero delle firme e sulla loro validità. Può darsi che abbia perso qualche scatolone per strada, che la registrazione e l’autenticazione delle firme abbia avuto qualche intoppo. Resta il fatto che centinaia di migliaia di cittadini hanno chiesto un cambiamento per una libera informazione. La fine dell’oscena e antidemocratica contiguità tra Mediaset e PDL. Di giornali usati come clave, come strumento di disinformazione di massa. Nessuna risposta da parte di Veltrusconi. Le firme per i referendum e per le leggi popolari sono diventate un fatto burocratico, non politico. La politica è morta se i cittadini per farsi ascoltare sono costretti a firmare per un referendum. E se neppure le firme sono sufficienti cosa rimane? I “nominati” da Veltrusconi (non eletti) in Parlamento dovrebbero porsi questa domanda. Se le istanze dei cittadini vengono ignorate e sbeffeggiate, che cosa ci aspetta? Che cosa li aspetta? Non crederanno veramente che questo status quo possa reggere a lungo...
Da quando Kriptonite Di Pietro ha preso il 15% in Abruzzo e raccolto le firme per far processare lo psiconano insieme a Mills, i giornali di famiglia gli hanno dedicato una copertina al giorno. Gaza city è bombardata? Parliamo degli immobili di Tonino. Obama presenta il piano mondiale contro la recessione? Discutiamo dei fondi neri di Di Pietro. Fecero lo stesso in passato con Bossi, con Fini, con Casini per ricondurli all’ordine. E’ il tempo delle mezzeseghe direttori di giornali.
Non so se farò un altro referendum sull’informazione. Non so neppure se ha più senso un referendum in una partitocrazia bloccata come quella attuale. Se lo farò, sarà per l'abolizione della legge Gasparri e le schede la prossima volta le fotocopierò e le metterò on line prima della consegna in Cassazione.
Ps: gli elicotteri hanno acceso i motori. Ripeto: gli elicotteri hanno acceso i motori.

 
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view post Posted on 25/1/2009, 18:02
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DAL SITO DI BEPPE GRILLO

Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, sarà a Roma il 28 gennaio 2009 in piazza Farnese alle ore 9 per testimoniare contro la distruzione della Giustizia alla manifestazione indetta dall'Associazione dei familiari delle vittime di mafia. Io ci sarò.
Paolo Borsellino fu ucciso con il tritolo. De Magistris, Apicella e la Forleo sono stati sospesi o trasferiti. Il risultato è lo stesso: la giustizia muore. I sepolcri imbiancati della ex sinistra stanno a guardare la fine della democrazia, i piduisti insieme alla Lega stanno finendo il lavoro. Non voltiamoci dall'altra parte. Belin, non lasciatemi solo con i celerini.

"Io so che Paolo Borsellino incontrò a Roma Mancino, appena prima della sua morte, e uscì sconvolto dal colloquio.
Io so che la Seconda Repubblica è nata sulle stragi del '93 e su accordi occulti.
Io so che Luigi De Magistris è stato rimosso dai suoi incarichi a Catanzaro ed espropriato delle sue inchieste per impedire che scoppiasse una nuova Tangentopoli.
Io l'anno scorso sono stato a Catanzaro, quando l'attacco dei poteri forti era rivolto principalmente contro Luigi De Magistris, per espropriargli le inchieste "Why Not", "Poseidon", "Toghe Lucane" che poi, in effetti, gli sono state sottratte.Allora dissi che mi recavo a Catanzaro, insieme a tanti altri giovani, come a Forte Alamo perché era per me l'ultimo baluardo della difesa della magistratura.
Purtroppo, da allora sono successe tante altre cose.
Purtroppo questo attacco alla magistratura è andato avanti senza sosta e adesso siamo arrivati addirittura all'eliminazione di un'intera procura.
Adesso siamo arrivati addirittura all'intimidazione di una procura che, legittimamente, indagava su un'altra procura. E quando questa procura legittimamente indagata si è rivoltata, il CSM purtroppo non ha saputo fare di meglio che mandare tutti a casa, senza entrare nel merito di quello che era successo.
E addirittura facendo quello che mai era successo nella storia della Repubblica: sospendere dalle funzioni e dallo stipendio un procuratore capo che non aveva fatto nient'altro che il suo dovere.
Questa è la maniera con cui oggi vengono uccisi i giudici.
Una volta i giudici come Paolo Borsellino e Giovanni Falcone... quel Paolo Borsellino che a sua volta era stato indagato dal CSM che però non aveva avuto il coraggio, di fronte alla reazione pubblica, di portare avanti questo assassinio.
Oggi purtroppo questa reazione dell'opinione pubblica sembra non esserci più, di conseguenza i poteri forti credono di poter fare quello che vogliono e hanno, obbedendo al diktat del ministro Alfano, fatto un'azione ignobile: uccidere un magistrato come Apicella, come avevano fatto con De Magistris, con Clementina Forleo.
L'hanno ucciso senza bisogno di tritolo, con le carte bollate.
Ieri c'è stata una cosa che mi ha riempito di commozione, una lettera bellissima di Gabriella Nuzzi la quale si è dimessa dall'Associazione Nazionale Magistrati, dicendo che lei può obbedire solo alla propria coscienza, alla Costituzione e continuerà a farlo nonostante le sia stata strappata la funzione di Pubblico Ministero.
E' accanto a questi giudici che noi dobbiamo stare, per questi giudici che dobbiamo scendere in piazza.
Io il 28 gennaio 2009 sarò a Roma insieme all'Associazione dei familiari delle vittime di mafia, insieme spero a tanta gente che vorrà, in questa maniera, resistere a questo regime che si sta instaurando in Italia.
Dobbiamo stare vicini ai magistrati che rappresentano l'ultimo baluardo della democrazia in Italia.
Dobbiamo impedire che altri magistrati vengano uccisi.
Io spero che ci siano tanti altri magistrati che seguano l'esempio di Gabriella Nuzzi. Io sarò vicino a questi magistrati, io sarò vicino a loro perché è così che ritengo di poter stare vicino a Paolo Borsellino e onorare la sua memoria.
Spero che tanti, tanti, tanti altri lo facciano.
Grazie." Salvatore Borsellino
 
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view post Posted on 27/1/2009, 19:02
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MARCO TRAVAGLIO

Testo:
"Io so che ancora una volta ci stanno prendendo per il culo, soltanto che non lo fanno con le solite ballette quotidiane.
Questa volta stanno organizzando una grande operazione di disinformatia di stampo sovietico o sudamericano, come volete.
O italiano: diciamo pure di stampo italiano, italiota.
Lo fanno perché hanno paura degli elettori che forse hanno cominciato a intuire quale gigantesca porcata debbano nascondere, o quali gigantesche porcate debbano nascondere con questa legge inciucio contro le intercettazioni.
Per la prima volta, non sono riusciti, Berlusconi e i suoi complici, a convincere l'opinione pubblica che in Italia ci vogliano meno intercettazioni.
Gli italiani, per motivi ovvi di intelligenza e per interesse alla loro sicurezza, sanno che è giusto e doveroso rinunciare a un pezzettino della nostra privacy per mettere qualche telecamera in giro, per acchiappare più delinquenti, per mettere dei telefoni sotto controllo per acchiappare più delinquenti.
Ma anche per scoprire, eventualmente, se c'è qualche innocente che è finito ingiustamente in un'inchiesta, grazie alle intercettazioni.
Si riesce immediatamente a scindere la responsabilità dei colpevoli e degli innocenti, quindi le intercettazione per chi non ha niente da nascondere è una risorsa.
Invece, per chi ha molto da nascondere, è un pericolo.
Questo non sono riusciti a farlo passare, ancora, nemmeno l'orchestra nera che ci martella da vent'anni è riuscita a convincerci che dobbiamo accettare, per il nostro bene, meno intercettazioni per i reati di lorsignori, e dunque anche per i reati di strada.
Pare che persino gli elettori leghisti – per fortuna, meglio tardi che mai – si stiano ribellando e stiano premendo sui loro rappresentanti perché non firmino la porcata che Berlusconi vuole fare.
E ci raccontano, i giornali, che la partita è se entrerà o meno la corruzione fra i reati per i quali non si potrà più intercettare.

Una porcata da buttare nel cesso
Il problema non è solo la corruzione: nel disegno di legge che è stato presentato dal Consiglio dei Ministri a luglio, come ci siamo già detti più volte ma repetita iuvant, si vieta di intercettare per reati come lo stupro – in questi giorni si parla molto di stupro, Berlusconi promette addirittura un soldato per ogni bella donna e in futuro magari anche per ogni vecchietta che va a ritirare la pensione, per ogni vecchietto maschio che ritira la pensione, per ogni massaia che va a fare la spesa.
Insomma, ci sarà metà della popolazione che fa il soldato e metà che fa il derubato.
E chi li deruba poi, fra l'altro? Bisognerebbe importare dall'estero i delinquenti. Siamo alla follia.
Ma per quanto riguarda il divieto di intercettazione, il disegno di legge del Consiglio dei Ministri le proibisce per lo stupro, il sequestro di persona, l'associazione a delinquere, l'estorsione, la ricettazione, la truffa, il furto, il furto in appartamento, la rapina, lo scippo, lo spaccio di droga al dettaglio, l'omicidio colposo e tutti i reati finanziari.
Il problema è prendere questa porcata gigantesca e buttarla nel cesso, questo dovrebbe fare un partito serio, ammesso che la Lega riesca ancora ad esserlo ogni tanto, invece di star lì a ritoccare un reato sì, un reato no.
Questi sono tutti reati per i quali oggi si può intercettare e, infatti, già abbiamo dei problemi a scoprire dei colpevoli perché ce ne vorrebbero di più di intercettazioni e di indagini collegate
Invece, causa riduzione continua dei mezzi e dei fondi, ne abbiamo sempre di meno e abbiamo pochi colpevoli scoperti.
Figuratevi quando non potremo nemmeno intercettarli quanti criminali in libertà avremo: dovremo barricarci in casa dopo che passa questo legge con i cavalli di Frisia e i sacchetti di sabbia alle finestre per farci giustizia da soli.
Questo è quello a cui ci vogliono portare.

La balla del Grande Orecchio
Allora, dato che la gente non l'ha ancora bevuta la bufala delle intercettazioni, stanno esagerando, stanno sfiorando il muro del suono, stanno superando i limiti della decenza, ammesso che ne abbiano.
Ci stanno, cioè, rifilando un'altra super balla per convincerci che siamo in preda al Grande Fratello, il Grande Orecchio, lo spione degli spioni, l'uomo nero che, nascosto in un ufficio a Palermo, intercetta tutto e tutti con gravi violazioni della privacy.
Mettendo in pericolo la democrazia.
Questo mostro si chiama Gioacchino Genchi, è un vice questore della Polizia in aspettativa, fin dai tempi di Giovanni Falcone collabora con i magistrati più impegnati in tutta una serie di indagini che hanno a che fare con l'informatica e la telefonia, perché ha accumulato un'esperienza unica in Europa, in questa materia.
Aiuta i magistrati a incrociare le telefonate e i tabulati telefonici nei processi di omicidio, di rapina, di mafia, di 'ndrangheta, di camorra, di tangenti, di strage.
Perché è utile e indispensabile una figura come la sua? Perché non basta fare come tante bestie con la penna in mano fanno sui giornali: prendere le intercettazioni, far il copia-incolla e spiaccicarle sulla pagina di giornale o farle sentire in televisione.
Le intercettazioni vanno lette e soprattutto vanno capite.
Al telefono, molte persone cercano anche di parlare un linguaggio convenzionale, o anche se non cercano di parlarlo finiscono per farlo: si parla molto male al telefono, si capisce poco, spesso.
Ecco perché è importante capire a che ora avviene quella telefonata, in che posto, dopo quali altre telefonate e prima di quali altre telefonate avviene quella chiamata.
Perché se senti dire a uno “ho parlato con Ciccio”, da sola quella telefonata non ti dice niente.
Allora devi andare a vedere cosa è successo prima, se ci sono dei “Ciccio”.
“Sto andando a parlare con Pippo”. Chi è Pippo? Andiamo a vedere dopo. Andiamo a vedere dove si trovava Pippo un attimo dopo che questo dicesse “sto andando a parlare con Pippo”.
Allora abbiamo la prova che il Pippo era veramente lui, che i due si sono incontrati, perché stavano nella stessa cella territoriale da cui è partita la chiamata e dove, poi, c'è stato l'incontro.
Dunque, gli incroci fra le telefonate intercettate e i tabulati telefonici richiedono intelligenza, perché prese così non dicono mai niente, non vogliono dire niente e nei processi non sono utili e a volte vengono assolti i colpevoli proprio perché gli investigatori non sono riusciti a far fruttare, a trasformare in prova evidente ciò che avevano nelle carte, nei tabulati e nelle telefonate.
Ecco perché sono utili questi consulenti tecnici che sanno usare l'informatica e sanno incrociare i dati e arrivare a delle conclusioni, per cui anche una telefonata insignificante può diventare la prova regina per incastrare un assassino.
In questi giorni si parla di Genchi come il consulente di De Magistris. Certo, è stato consulente anche nelle indagini di De Magistris, ma nessuno racconta quanti omicidi insoluti ha fatto risolvere Genchi con questo sistema, quanti assassini che stavano in libertà oggi sono in galera grazie alle consulenze di Gioacchino Genchi.
Io lo posso dire tranquillamente: lo conosco da anni, lo apprezzo, penso che sia una persona estremamente perbene.
E' un signore che vive del suo lavoro, che praticamente lavora sempre, giorno e notte, al servizio nostro, per renderci più sicuri: al servizio della giustizia.
Questo per come lo conosco io è Gioacchino Genchi.

Lo sterminio di massa
Viene linciato per quale motivo? Per due motivi.
Uno è proseguire la guerra a quelli che, a Catanzaro, hanno osato sollevare il coperchio sul pentolone del letame che ribolliva e a ricominciato a bollire da quando De Magistris è stato cacciato e da quando i magistrati di Salerno, che avevano riaperto quel coperchio, sono stati a loro volta cacciati.
Ragion per cui ho iniziato il mio intervento con “Io so”, per proseguire quelli di Sonia Alfano, di Salvatore Borsellino, Carlo Vulpio, Beppe Grillo per invitarvi tutti quanti a essere con noi mercoledì mattina in piazza Farnese in difesa dei magistrati di Salerno e, direi, da oggi anche di Gioacchino Genchi e quelli come lui.
Bisogna proseguire nello sterminio di massa iniziato con De Magistris, proseguito con la Forleo, con il capitano Zaccheo che lavorava con De Magistris, con il consulente Sagona che lavorava con De Magistris, con i colleghi di De Magistris come il dottor Bruni che hanno voluto fare sul serio nel prosieguo delle sue indagini e sono stati ostacolati dai loro capi.
Nello sterminio di Carlo Vulpio che non si occupa più di questo caso perché ci capiva troppo, nello sterminio di Gabriella Nuzzi, Dionigio Verasani e il loro procuratore Apicella che sono stati fucilati alla schiena da un plotone di esecuzione plurimo, che sparava tutto nella stessa direzione, formato dal CSM, dal suo capo – il Capo dello Stato – dall'Associazione Magistrati che adesso sta tentando dei penosi ripensamenti, delle penose lacrime di coccodrillo e da tutta la classe politica.
Voglio in qualche modo – sono disperati, ormai – dimostrare che a Catanzaro De Magistris e suoi hanno fatto qualcosa che non andava, perché sono tre anni che stanno cercando un pelino nell'uovo per dimostrare che c'era qualche irregolarità non in quelle enormi ruberie di fondi pubblici che si stavano scoprendo, ma nelle indagini e nelle persone di chi stava indagando.
Questa è la prima ragione per cui Genchi è nel mirino.
La seconda e fondamentale ragione per cui è nel mirino in questo momento l'ha detta Berlusconi, che ormai non se ne accorge neanche più ma confessa!
Questo è il suo giornale, il suo house organ, il suo bollettino parrochiale: “Intervista a Berlusconi – un'esclusiva, intervista a padrone – intercettazioni, vi dico quel che farò” “Una legge che taglia tutto, Bossi è già d'accordo, gli altri verranno convinti dallo scandalo Genchi. Non ho paura per me ma per la privacy degli italiani”.
Lo fa per noi, naturalmente.
Gli altri verranno convinti dallo scandalo Genchi: naturalmente non c'è nessuno scandalo Genchi, l'unico scandalo sono le porcate che ha scoperto Genchi per conto del PM De Magistris.

L'ennesima operazione di disinformatia
Lo scopo di questa guerra a Genchi, in questo momento, è cercare di ribaltare l'opinione pubblica con l'ennesima operazione di disinformatia.
Ricordate quando il Cavaliere, nell'ottobre del 1996, si presentò con un oggetto enorme e lo mostrò alle telecamere per tutto il mondo e disse “questa è una microspia”.
Poveretto, era una specie di frigobar portatile per le dimensioni ma lui la chiamava microspia.
I giornali, alcuni spiritosamente, la ribattezzarono “il cimicione”.
Lui si era inventato di essere spiato dalle procure deviate che gli avevano nascosto dietro il radiatore del suo studio a Palazzo Grazioli una cimice perfettamente funzionante, e quindi sgomento annunciò al mondo che in Italia la magistratura era arrivata a un tale livello di eversione da intercettare illegalmente e incostituzionalmente il capo dell'opposizione.
Tutto il Parlamento abboccò, D'Alema in lacrime corse a dargli solidarietà.
Erano già d'accordo per fare la bicamerale e, mentre D'Alema veniva eletto anche coi voti di Forza Italia in bicamerale, la procura di Roma scoprì che quella cimice intanto non funzionava, era un ferrovecchio dell'ante guerra, e soprattutto a piazzarla non era stata nessuna procura deviata ma il migliore amico del capo della sicurezza di Berlusconi, mandato a bonificargli l'alloggio.
Dato che nell'alloggio non aveva trovato niente aveva pensato di nascondere questa ciofeca dietro il radiatore per aumentare il proprio compenso e farsi bello davanti al padrone di casa.
Noi abbiamo vissuto per una settimana in un clima da colpo di Stato a causa di una delle tante bufale orchestrate dal Cavaliere e dai suoi sodali.
Bufala che quando è stata poi smontata nessuno l'ha scritto, e infatti era servita per solidificare l'inciucio destra-sinistra con D'Alema presidente della bicamerale, proprio per tagliare le unghie ai magistrati che non avevano fatto niente.
Come non avevano fatto niente neanche questa volta, di illegale.
Certo, ci sono stati episodi, scandali veri in questi anni di intercettazioni illegali.
Sono quelle di cui i politici non parlano mai.
Si è scoperto di spionaggi illegali, ancora peggio.
Si è scoperto che il Sismi del generale Pollari e del suo fedelissimo Pio Pompa - quello che teneva a stipendio il giornalista Renato Farina, detto Betulla, che adesso sta in Parlamento non a caso nel Popolo della Libertà provvisoria, dopo aver patteggiato una pena per favoreggiamento nel sequestro di persona di Abu Omar – spiava illegalmente magistrati, giornalisti, imprenditori.
Sono tutti a giudizio a Roma questi signori, naturalmente, ma nessuno ne parla.
Si è scoperto che la security della Telecom, un'azienda privata, aveva messo in piedi un archivio di informazioni e dossier completamente illegali.
Sono a giudizio anche il capo e i suoi collaboratori, Tavaroli & c.
Tronchetti Provera, che è molto perspicace, non aveva capito niente di quello che succedeva nell'ufficio accanto e ha avuto molti elogi dal suo giornale, il Corriere della Sera, per il fatto di non aver capito una mazza di quello che succedeva da parte di un signore a cui lui dava una sessantina di milioni di euro all'anno di budget.
Per fare che cosa non l'aveva capito, ma un manager non è mica li per capire cosa succede nella sua azienda, è pagato per non sapere.
Questi sono gli scandali di cui frettolosamente ci siamo spogliati perché i politici sono ricattabili o ricattati da queste persone e quindi le coprono e le proteggono.
Di Genchi non c'è niente di scandaloso, nel senso che Genchi fa esattamente quello che gli chiedono i magistrati secondo quello che è previsto dalla legge.
Voi leggete sui giornali: “Berlusconi, è in arrivo uno scandalo enorme”, “I segreti che inquietano il Palazzo”, “Anche De Gennaro nell'archivio segreto Genchi”, “Rutelli: ci sono cose rilevanti”, “Archivio Genchi: fatti rilevanti per la democrazia” - questo dice Rutelli - “Rutelli: intercettazioni, libertà in pericolo”, “Mastella: denunciai l'archivio Genchi ma nessuno mi ascoltò”.
In realtà stavano ascoltando lui, perché parlava con una serie in indagati del processo Why Not, esattamente come Rutelli che era amico di Saladino.
“L'orecchio che ascoltava tutto il potere”, “In migliaia sotto controllo, presto un grande scandalo”.
E avanti di questo passo.

Disinformazione organizzata allo stato puro
Questo è disinformazione organizzata allo stato puro.
Genchi non ha mai fatto un'intercettazione, ma nemmeno per scherzo. Genchi non intercetta.
Genchi riceve dalle procure della Repubblica che l'hanno nominato consulente le intercettazioni e i tabulati telefonici per fare quel lavoro di incrocio e di mosaico, per ricostruire la storia, il contesto di ogni telefonata e tabulato.
Che differenza c'è tra l'intercettazione e il tabulato? L'intercettazione registra quello che le due persone al telefono, o in una stanza, si dicono – telefonica o ambientale.
Il tabulato è, come tutti sanno, l'elenco delle telefonate fatte e ricevute da un numero di telefono, da un utenza telefonica.
Il tabulato del mio telefono riporta tutte le telefonate che io ho fatto in partenza, cioè i numeri che ho chiamato io, e tutti i numeri che hanno chiamato me.
Aggiunge alcune informazioni: l'ora esatta, la durata esatta della telefonata, il luogo nel quale io mi trovavo mentre parlavo e l'altra persona si trovava, e naturalmente il numero di telefono dell'altra persona quando non è criptato.
Questo è il tabulato.
Dimostra un rapporto più o meno intenso fra due persone: se si chiamano alle quattro del mattino sono persone che hanno un rapporto piuttosto confidenziale; se si chiamano quaranta volte al giorno hanno un rapporto confidenziale.
Se c'è una telefonata in tutto potrebbe persino essere una telefonata muta, alla quale l'altro non risponde e non saprà mai di avere ricevuto questa telefonata.
E' evidente che ci vuole intelligenza investigativa per capire la differenza e capire che tipo di rapporti denotano questi tabulati e telefonate.
Genchi non ha mai intercettato nessuno: riceve telefonate già fatte e disposte da un GIP su richiesta di un Pubblico Ministero e riceve i tabulati che formano il corollario.
E studia, incrocia e riferisce al magistrato, viene sentito in udienza, viene contro interrogato dagli avvocati dell'imputato il quale ha tutti gli strumenti per dire “hai sbagliato, perché quella telefonata l'hai interpretata male, quel contatto non c'è stato”.
C'è il contraddittorio nel processo, questo avviene, questo fa Genchi.
Dice: “centinaia di migliaia di intercettazioni”. Assolutamente no.
Nelle indagini di Catanzaro, Poseidone e Why Not”, c'erano decine e decine di indagati e quindi decine e decine di intercettati, ciascuno dei quali usava diversi telefoni e schede.
In più, abbiamo i numeri degli indagati, diverse decine, e poi i numeri delle persone che venivano chiamate o chiamavano questi indagati e che risultano dai tabulati.
Quindi abbiamo evidentemente diverse centinaia di numeri.
I numeri trattati da Genchi nelle indagini di Catanzaro sono circa 730-780. Voi leggete che ci sono dei parlamentari, eppure non si può intercettare o prendere il tabulato di un parlamentare.
E' ovvio, ma prima devi saperlo che quel numero è di un parlamentare.
Se l'indagato Saladino chiama o riceve una chiamata da Mastella o Rutelli, che sono parlamentari e non possono essere intercettati, se è intercettato il numero di Saladino si sente la voce di Mastella o Rutelli.
Se si prende il tabulato di Saladino, certo che ci saranno anche i numeri che usano Mastella e Rutelli: e tu come fai a saperlo? Non si capisce mica dal prefisso se il numero è di Rutelli o è mio, se è di un parlamentare o no, di un agente segreto o no.
Quando chiedi di chi è il numero che compare nel tabulato ti dicono: “guarda che appartiene alla Camera dei Deputati”, e non basta ancora per stabilire che è di un parlamentare.
Potrebbe essere un impiegato, un cancelliere, un usciere.
Quando scopri di chi è, è chiaro che se scopri che è di un parlamentare prima di utilizzare quell'informazione devi chiedere il permesso al Parlamento perché in Italia è previsto questo.
Ma come fai a saperlo prima? Quando lo acquisisci è un elenco di numeri tutti uguali per te.
E' dopo, quando scopri di chi sono, che eventualmente ti fermi nell'utilizzarli e chiedi al Parlamento l'autorizzazione a utilizzarli.
Esattamente come la questione De Gennaro, l'ex capo dei servizi segreti e oggi capo del coordinamento dei servizi: non è vero niente, ma può anche darsi che non se ne sia neanche accorto che ci sia tra i numeri di telefono di questi incroci un numero usato dai servizi.
Chi lo può escludere? L'importante è che De Gennaro non era indagato e non è stato sospettato di niente, se poi risulta una sua telefonata con qualcuno, c'erano un sacco di persone, agenti di polizia, magistrati, che stavano sotto intercettazione: potrebbe risultare chiunque.
Vuol dire che Genchi spiava De Gennaro? Assolutamente no! Ma questo per fortuna De Gennaro, visto che di queste cose se ne intende, lo sa meglio di noi.
Dice: se ci sono agenti segreti e quelli parlano al telefono di segreti di Stato, intercettandoli si violano dei segreti di Stato. Pericolo! Aiuto! Il nemico ci ascolta!
Bene, questa è un'altra bufala clamorosa che è già venuta fuori quando la procura di Milano ha intercettato alcuni agenti del Sismi capeggiato dal generale Pollari, col fido Pio Pompa al fianco, nell'inchiesta sul sequestro di Abu Omar e ha acquisito dei tabulati.
Anche lì i soliti politici che proteggono Pollari, Rutelli, Berlusconi, sono insorti dicendo che – Cossiga! - non si possono intercettare agenti segreti perché se parlano di segreti di Stato al telefono questo esce fuori e la sicurezza nazionale è in pericolo.
Per legge, i militari e gli agenti segreti hanno il divieto di trattare argomenti classificati al telefono. Classificati vuol dire riservati in varie gradazioni, quindi a maggior ragione è vietato parlare al telefono con chicchessia di segreti di Stato, da parte dei titolari di quei segreti.
E' impossibile che qualcuno intercettando un agente segreto o un militare violi il segreto di Stato, perché già sa che per legge l'agente segreto al telefono non parla di segreti di Stato.
Se parla di segreti di Stato, chi lo viola il segreto? L'agente segreto che ne parla, non il magistrato che lo intercetta!
Quindi, se tutti seguono la legge, non c'è mai un segreto di Stato che venga fuori da un'intercettazione, tanto meno da un tabulato da cui risulta un numero ma non il contenuto della telefonata.
Voi vi rendete conto della enormità della bugia con una piccola aggiunta: Genchi ha decine di migliaia di utenze sotto controllo? Vi ho già detto che non è vero.
Genchi può avere trattato, nella sua carriera che dura da trent'anni, centinaia di migliaia di utenze telefoniche: sono trent'anni che riceve intercettazioni, tabulati e li incrocia.
Indagati, non indagati, collaterali e affini, come diceva Totò.
Può darsi che in questo momento, dato che ha molti incarichi per molte procure d'Italia - casi di omicidi, rapina, mafia, camorra, 'ndrangheta, tangenti, evasioni fiscali, stragi, associazioni per delinquere, droga, delitti vari – può darsi che abbia in complesso migliaia di informazioni.
E' chiaro che se sta lavorando a qualche indagine a carico di qualcuno che ha rapporti con Berlusconi, ci sarà il numero di Berlusconi.
Esattamente come indagando su Saladino c'era nel tabulato il numero di Rutelli, di Mastella etc.
Li ha ascoltati lui? No, li hanno ascoltati i magistrati poi gli hanno passato le informazioni perché lui le elaborasse.
Voi capite come da una questione innocua, anzi positiva – tutti dovremmo essere grati a Genchi per quello che fa – ci stanno montando ad arte un clamoroso caso di disinformatia non solo per impedire a lui di continuare a fare questo lavoro, utile per la collettività, cioè acchiappare i delinquenti.
Ma stanno anche cercando di usare questo caso per smembrare, devastare quel poco di controllo
di legalità che ancora ci garantisce che ogni tanto venga acchiappato qualche delinquente.
Ci vediamo mercoledì a Roma in piazza Farnese. Mi raccomando: passate parola!
 
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LEGGETE QUESTO POST DEL FRATELLO DI BORSELLINO...MOLTO MOLTO INTERESSANTE...

DAL BLOG DI GRILLO

29 Gennaio 2009
Borsellino e il profumo di libertà



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Ieri in Piazza Farnese nessuno ha offeso Napolitano. Lo dimostrano i video disponibili in Rete. Se è necessario possono testimoniarlo le migliaia di persone presenti. E' vero invece che è stato rimosso uno striscione con la scritta: "Napolitano dorme.L'Italia insorge" dalla Polizia. La prossima volta scriveremo che: "Napolitano è sveglio ed è anche un bell'uomo".
Ieri in Piazza Farnese hanno parlato i familiari delle vittime di mafia, non era una manifestazione politica, io sono stato invitato e ho aderito, così come hanno fatto Travaglio, Vulpio, Di Pietro e altri. Ieri in Piazza Farnese le parole importanti sono state quelle di Salvatore Borselllino, di Sonia Alfano e le loro accuse con nomi e cognomi a persone che occupano alte cariche dello Stato. Nessuna delle loro parole è stata riportata dall'informazione. Schifani ha espresso la sua solidarietà a Napolitano per un'offesa che non gli è mai stata rivolta. Il Senato, ridotto a un gruppo di penose comparse, ha applaudito in piedi. Nessuna parola in Senato per i caduti di mafia, per i fatti gravissimi denunciati dai loro familiari.
I nostri dipendenti fanno quasi tenerezza quando non fanno anche schifo. Uno schifo misto a tenerezza. Gli stiamo togliendo il giocattolo e fanno i capricci.
Il discorso di Salvatore Borsellino in piazza Farnese sarà ricordato come l'orazione funebre della seconda Repubblica.
Loro non molleranno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.


Testo:

"Grazie a tutti.
Ringrazio soprattutto quei tanti ragazzi, quelle tante persone che ho incontrato oggi qui e che vengono da tutte le parti d'Italia. Sono quei ragazzi che incontro quando vado in giro per l'Italia a gridare la mia rabbia e a cercare di suscitare nella gente quella indignazione che ritengo che tutti dovrebbero avere nel vedere il baratro nel quale stanno facendo precipitare il nostro Paese.
Vedete, ieri Sonia Alfano mi ha telefonato e mi ha detto: “dobbiamo proiettare un video nel quale si vedranno delle immagini crude, delle immagini della strage di Paolo”.
Mi ha chiesto se poteva farlo, se sarei stato in qualche maniera colpito, sconvolto. Quelle immagini non mi sconvolgono affatto, vorrei che venissero proiettate ogni giorno in televisione, perché la gente si rendesse conto di quello che è stato fatto. Si rendesse conto di qual è il sangue sul quale si fonda questa disgraziata Seconda Repubblica, che capisse che è fondata sul sangue di quei morti. Vedere quelle immagini non mi sconvolge. Una cosa mi sconvolge: vedere le immagini di quelle stragi dopo aver visto quelle due persone che prima parlavano di Dell'Utri, delle bombe che metteva Mangano, e ridevano.
Ridevano, ghignavano rispetto a quelle cose: questo mi sconvolge.

Come Arancia Meccanica
Vorrei che quelle due persone venissero messe in una cella come mettevano quegli assassini di Arancia Meccanica, aprirgli gli occhi e costringerli a vedere, vedere, vedere, vedere in continuazione quelle stragi. Ecco quello che vorrei.
Io ho visto oggi quelle stragi e mi sono ricordato di una cosa che mi ha detto Gioacchino Genchi, che è arrivato sul luogo della strage due ore dopo il fatto. Io ci misi cinque ore a sapere che mio fratello era morto perché la televisione dava notizie contraddittorie: forse è stato ferito un giudice, forse sono stati feriti uomini della scorta. Fu mia mamma che, cinque ore dopo, mi telefonò dall'ospedale e mi disse: “tuo fratello è morto”.
C'era qualcuno, però, che si chiamava Contrada che lo seppe ottanta secondi dopo che mio fratello era stato ucciso e io vorrei, io chiedo, io grido: voglio che queste cose vadano a finire nelle aule di giustizia!
Che ci siano processi per queste complicità che ci sono state all'interno dello Stato!
L'avete sentito di cosa parlavano Berlusconi e Dell'Utri: ecco perché vogliono impedire le intercettazioni, perché quelle cose non possiamo, non dobbiamo sentirle.
Non dobbiamo sentirle se no ci rendiamo conto di quella che è la classe politica che ci governa, ci rendiamo conto di chi oggi ha occupato le istituzioni.Il più grande vilipendio alle istituzioni è che queste persone indegne di occupare quei posti occupino le istituzioni. Questo è il vilipendio alle Istituzioni e allo Stato.
E' il fatto che una persona che è stata chiamata “Alfa”, in un processo che non è potuto andare avanti perché è stato bloccato, come tutti gli altri processi che riguardano i mandanti occulti e esterni, possa occupare un posto così alto all'interno delle nostre Istituzioni.
Genchi arrivò in quella piazza due ore dopo la strage, mi ha raccontato che aveva conosciuto Emanuela Loi un mese prima perché faceva da piantone alla Barbera.
Era una ragazza che non era stata addestrata per fare il piantone, per fare la scorta a un giudice in alto pericolo di vita come Paolo Borsellino. Eppure quel giorno era lì a difendere con il suo corpo, e nient'altro che con quello, Paolo Borsellino. Questi sono gli eroi, non quelli di cui parlano Berlusconi e Dell'Utri, dicendo che Vittorio Mangano è un eroe.

Eroi in fila per andare a morire
Gli eroi sono questi ragazzi che il giorno dopo la morte di Falcone, ce n'erano cento tra poliziotti e Carabinieri, si misero in fila dietro la porta di Paolo per chiedergli di far parte della sua scorta.
Se erano messi in fila per andare a morire, perché Paolo sapeva che sarebbe morto. Quei ragazzi, mettendosi in fila dietro la porta di Paolo, sapevano che sarebbero morti anche loro.
Gioacchino Genchi mi raccontò che due ore dopo la strage, arrivando in via D'Amelio vide i pezzi di Emanuela Loi che ancora si staccavano dall'intonaco del numero 19 di via D'Amelio.La riconobbe perché c'erano dei capelli biondi insieme a quei pezzi.
I pezzi di quella ragazza vennero messi in una bara, vennero riconosciuti perché era l'unica donna che faceva parte della scorta, vennero mandati a Cagliari.Sapete cosa venne fatto? Quello che chiamiamo Stato ha mandato ai genitori di Emanuela Loi la fattura del trasporto di una bara quasi vuota da Palermo a Cagliari. Questo è il nostro Stato. Questo è lo Stato che ha contribuito ad ammazzare Paolo Borsellino e io vi racconto queste cose non per farvi commuovere, non per farvi piangere. Non è il tempo di piangere.
E' il tempo di reagire, di lottare, è il tempo di resistenza! Il tempo di opporsi a questo governo che sta togliendo il futuro ai nostri ragazzi, che ci sta consegnando un Paese senza futuro. E la colpa è nostra che abbiamo permesso che tutto questo succedesse.
Quando Cossiga dice - dopo la manifestazione degli universitari che hanno capito che in Italia si sta cercando di distruggere l'istruzione perché l'istruzione può portare alla resistenza, anche durante il fascismo le scuole erano centri di resistenza e i ragazzi l'hanno capito - e Cossiga cosa ha detto? Ha detto che bisogna mettere infiltrati in mezzo a quei ragazzi perché rompano vetrine, perché vengano distrutte macchine perché le ambulanze sovrastino le altre sirene. Si augura addirittura che venga uccisa qualche donna, qualche bambino perché si possano manganellare quei ragazzi.
Dobbiamo essere noi a metterci davanti a loro, siamo noi che ci meritiamo quelle manganellate per avere permesso che il nostro Paese diventasse quello che è diventato. Un Paese che non è degno di stare nel mondo civile, siamo peggio della Colombia.
Genchi è arrivato in via D'Amelio due ore dopo la strage, ripeto, si è guardato intorno e ha visto un castello. Ha capito che non poteva essere che da quel posto fu azionato il telecomando che ha provocato la strage.
Genchi allora è andato in quel castello, ha cercato di identificare le persone che c'erano dentro, mediante le sue tecniche. Ha capito che da quel castello partirono delle telefonate che raggiungevano cellulari di mafiosi. Perché Genchi ha quelle capacità, le sue conoscenze tecniche sono enormi, egli è in grado, dagli incroci dei tabulati telefonici e non dalle intercettazioni, di riuscire a inchiodare i responsabili di quella strage.
Ecco perché si sta cercando di uccidere Genchi, ecco perché così come hanno ucciso i magistrati si cerca di uccidere anche Genchi. Questo è il vero motivo: per togliere un'altra arma a quello che è la parte sana di Stato che è rimasta.
Cercano di uccidere Genchi, hanno ucciso dei magistrati. Io ieri ho sentito un magistrato – uno di questi uccisi senza bisogno di tritolo – che mi ha detto: “avrei preferito essere ucciso col tritolo piuttosto che così, giorno per giorno, come stanno facendo”. I magistrati oggi, chi ancora cerca di combattere la criminalità organizzata, non viene più ucciso con il tritolo, viene ucciso in maniera tale che la gente non se ne accorga neanche, non reagisca.

Quel fresco profumo di libertà
Le stragi del 1992 portarono a quella reazione dell'opinione pubblica, a quello che mi ero illuso di riconoscere come quel fresco profumo di libertà di cui parlava Paolo. Quel profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e fin della complicità. Quel puzzo che oggi ci sta sommergendo. Il puzzo dal quale oggi non possiamo stare lontani perché sta permeando tutto il nostro Stato, tutta la nostra vita politica, tutte le nostre istituzioni.
Io, dopo la morte di Paolo, arrivai a dire che se Dio aveva voluto che Paolo morisse perché il nostro Paese potesse cambiare allora avrei ringraziato Dio di averlo fatto morire. Questo era il sogno di Paolo, Paolo sarebbe stato felice di sapere che era morto per questo.Oggi, guardate il baratro nel quale siamo precipitati: io ringrazio Dio che Paolo sia morto, che non venga ucciso come stanno uccidendo De Magistris, Apicella, Clementina Forleo. Io ringrazio Iddio che Paolo non venga ucciso in questa maniera. Che messaggi ci arrivano dalla magistratura? Il presidente dell'Anm dice: “abbiamo dimostrato che la magistratura possiede gli anticorpi per reagire”. E' una vergogna che un magistrato possa dire queste parole! La magistratura ha dimostrato, semmai, di avere al suo interno quelle cellule cancerogene che la stanno distruggendo, e così come hanno vissuto e pervaso tutte le istituzioni, la classe politica. La magistratura, nei suoi organi superiori, ha dimostrato di essere corrotta al suo interno.
Ormai il cancro sta entrando in metastasi anche negli organi di governo della magistratura.

Mancino mente
Non è difficile, se pensiamo che a vice presidente del Csm, quello che dovrebbe essere l'organo di autogoverno della magistratura, c'è una persona indegna, indegna!, come Mancino! Una persona che mente! Mente spudoratamente dicendo di non avere incontrato Paolo Borsellino il primo luglio del 1992, quando sicuramente a Paolo Borsellino venne prospettata quella ignobile, scellerata trattativa tra lo Stato e la criminalità organizzata per cui Paolo Borsellino è stato ucciso. Perché Paolo non può aver fatto che mettersi di traverso rispetto a questa trattativa, questo venire a patti con la criminalità che combatteva, con chi poco più di un mese prima aveva ucciso quello che era veramente suo fratello, Giovanni Falcone. Paolo non può che essere rimasto così sdegnato da opporsi a questa trattativa e a quel punto andava eliminato, e in fretta.
Tant'è vero che il telecomando della strage di via D'Amelio fu premuto. Queste cose non sono potute arrivare al dibattimento perché tutti i processi sono stati bloccati.
Genchi ha dimostrato che quel telecomando era nel castello Utveggio, dove c'era un centro del Sisde, i servizi segreti italiani, è da lì che è arrivato il comando che ha provocato la strage.
Ecco perché Genchi deve essere ucciso anche lui. Hanno ucciso Paolo Borsellino, hanno ucciso Giovanni Falcone e adesso uccidono anche Genchi, De Magistris, tutti i giudici che cercano di arrivare alla verità.
Così qualunque giudice che arriva a toccare i fili scoperti muore, non si può arrivare a quel punto perché oggi gli equilibri che reggono questa seconda repubblica sono basati sui ricatti incrociati che si fondando sull'agenda rossa.
Un'agenda rossa sottratta dalla macchina ancora in fiamme di Paolo Borsellino, in cui queste trattative, queste rivelazioni che in quei giorni gli stavano facendo pentiti come Gaspare Mutolo, come Leonardo Messina erano sicuramente annotate. Quell'agenda doveva sparire, è questo uno dei motivi della strage. Quell'agenda doveva sparire, su quell'agenda io credo che si basano buona parte dei ricatti incrociati su cui si fonda questa seconda repubblica.
E allora Mancino non può venirmi a dire che non ricorda di aver incontrato Paolo Borsellino! Non può soprattutto adoperare quel linguaggio indegno che adopera. Dice: “Io non posso ricordare se fra gli altri giudici c'era anche Paolo Borsellino, che non conoscevo fisicamente”. Ma Mancino non hai visto chi era quel giudice vestito con la sua toga che trasportava la bara di Falcone? Non l'hai visto? Non ti interessavano quelle immagini? Eri ministro dell'interno e non ti interessava che cosa stava succedendo in Italia in quei giorni?
Non ti interessava, a fronte di quell'agenda che ho mostrato e nella quale c'è scritto: “ore 19.30 Mancino” scritto di pugno autografo da Paolo? Lui ha mostrato un calendarietto in cui non c'era scritto niente, l'ha mostrato semplicemente e c'erano tre frasi con gli incontri della settimana.
E' questo quello che fanno i nostri ministri, oltre che cercare di accordarsi con la criminalità organizzata. E' per questo che è stato ucciso mio fratello: perché mio fratello si è messo di traverso rispetto a questa trattativa, per questo doveva essere ucciso. Io chiedo, e non smetterò di chiederlo finché avrò vita, che sia fatta giustizia, che vengano cacciati dalle istituzioni quelle persone che sono complici di quello che è successo. Non che venga data l'impunità a chi dovrebbe essere sottoposto a processi e invece non può essere neanche indagato, intercettato, non si può fare nulla.
Dobbiamo subire, stanno adottando la tecnica della frana, per cui ci hanno infilato in un'acqua che a poco a poco si riscalda e la gente non si accorge il punto a cui arriviamo.
Attenzione! Attenti! Stiamo precipitando nel baratro e da questo baratro dobbiamo uscire perché lo dobbiamo ai nostri morti. Lo dobbiamo a Giovanni Falcone, a Paolo Borsellino, a Emanuela Loi, a questi che veramente sono eroi. Dobbiamo riappropriarci del nostro Paese, questo Paese è nostro, lo Stato siamo noi! Non queste persone che indegnamente occupano le istituzioni.
Vi lascio con tre parole che un altro dei giudici che hanno tentato di uccidere ha detto, ed è quello che dobbiamo fare, l'unica cosa che ci resta da fare prima di cadere in un regime dal quale non ci potremo più districare: resistenza! Resistenza! Resistenza!"

 
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view post Posted on 25/2/2009, 19:31
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Beppe Grillo a Chiaiano


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Italia paese a statuto special ...
I paradossi della campania
Discariche, case abusive, la c ...
Rubbia e il nucleare
La truffa dei rifiuti
"Ch'aggia fa jè? Ch'aggia faa? No, allora, io voglio puntualizzare una cosa anche agli abusivi che stanno guardare da casa loro. E' meraviglioso! Allora, la cosa che vorrei chiarire con voi, è che io sono in enorme imbarazzo perché questi ragazzi del comitato con cui siamo in contatto mi hanno chiamato chiedendomi di venire giù perché l'intento qual è? Perché io sono qua? Cosa vuol dire la mia presenza? Sì, quella di aggregare un po' di gente e va bene, ma soprattutto quella di far passare un messaggio ai media, alle televisioni.
Aspettate, non applaudite prima! Aspettate! Allora, questo mediare dei mezzi di informazione non è più valido perché non si media più niente. Dobbiamo trovare un altro modo per comunicare queste cose al resto dell'Italia. Allora, io sono venuto qua, ho fatto un giro con loro, vi dico cosa ho visto? Ho visto il delirio di qualsiasi cosa, ho visto la terza brigata fanteria che presidiava le scatole di tonno. Ho visto i bersaglieri che stavano sequestrando un cane che aveva in bocca un sacchetto di immondizia. Ho visto il filo spinato, ho visto i mitra. Appena loro hanno visto me sono arrivati con un cingolato, un panzer da otto tonnellate! Noi non abbiamo assolutamente nessuna speranza di fare manifestazioni contro i militari. Hanno messo del filo spinato, ci guardano e preservano il territorio.
Questa legge voglio che sia chiara sul perché vogliono che ci siano i militari qui. Questa legge è stata fatta dal signor Prodi e la sinistra un attimo prima di andare via. Ricordatevele queste cose. Allora se è sotto presidio militare anche un sindaco che dice alla sua popolazione che lì ci sarà una discarica o che lì faranno un inceneritore, o che addirittura lì faranno una centrale nucleare, solo per averlo detto rischia cinque anni di galera. Allora bisogna trovare forme di lotta diverse!
Qui, signori, la spazzatura, io ve lo dico che vivo a Genova, e non vogliono neanche dire che abbiamo vinto uno a zero col Napoli tiè tiè! Non lo voglio dire! Non lo voglio dire! Non lo voglio dire e non lo dirò! Però sono arrivato qui solo per dirvi, cari signori, che la spazzatura ormai è uno spot pubblicitario. Non interessa più a nessuno. Signori voi siete come una riserva indiana. C'è la lotta degli indiani coi cow boy. Qui la spazzatura non interessa a nessuno! I rifiuti tossico nocivi e i rifiuti nucleari non interessano più! Quello che rompe i coglioni al resto dell'Italia siete voi! Voi, con queste strane malattie che dite di avere, questo vostro dolore buttato lì. E' il vostro dolore che rompe i coglioni!
Dev'essere un dolore silenzioso. Allora vi mettete in testa che dovete soffrire in silenzio? E' questo che vogliono Col cazzo che soffriremo in silenzio! Allora, qui la camorra è diventata letteratura che vende libri. Vende giornali. Hanno nomi: Cicciuzzo... come si chiama? Cicciuzzo Mezzanotte! Toro seduto. Sandokan!
Qui c'è qualcosa che non quadra più. Non quadra più nulla. Allora qui non interessano i problemi, qui siete voi che create fastidio. Ma questo fastidio diventerà sempre più forte ve lo dico io. E allora bisogna trovare altre forme di contestazione forti, intelligenti, con la Rete per prenderli un po' per il culo con un po' di ironia.
Non si può andare contro dei militari, noi siamo persone normali. Allora dobbiamo escogitare qualche cosa. Ci penseremo, e poi coinvolgeremo qualcuno. Mi sembra impossibile che qui non ci sia un cantante rock, un mio collega napoletano c...o! Non è possibile che non ci sia un attore! Qualcuno che possa mettere a disposizione la sua popolarità per questa cosa. La Campania. Qui voi non siete più neanche una regione, questa è una non regione.
Quando abbiamo fatto il Munnezza Day ve lo ricordate in piazza Dante? Io ero venuto a chiedere scusa da parte del Nord per aver riempito questa terra di rifiuti tossico nocivi con imprese del Nord. Questa emergenza è stata creata da società quotate in Borsa. Impregilo vive, vegeta e guadagna sulla salute della gente! Ancora oggi.
Questa non è più una regione questa è una non regione. Voi siete non persone! Perché non si spiegano le radici di un sindaco come la Jervolino dove un consigliere si suicida, quattro li arrestano e lei rimane lì. Dice che lei ha le mani pulite e che la merda le scivola attraverso le dita. Non si capisce! Non si capisce se Mangano era un eroe allora Bassolino è un super eroe che ci ritroveremo come parlamentare europeo! Cosa sta succedendo in questa città? In questa regione? Io non so cosa sta succedendo.
A Pomigliano d'Arco si vede la Polizia che carica gli operai, i padri di famiglia. Perché? Perché hanno presidiato l'autostrada, hanno interrotto un servizio autostradale per qualche ora. E allora se devono vigilare le autostrade perché non vanno sulla Salerno-Reggio Calabria a vigilare? Potrebbero andar lì a vigilare no? Dove la gente rimane sotto le frane!
E allora, io non so se posso esservi utile, non so cosa passerà. Perché usano pezzettini delle mie cose perché pensano che mi scappi una parola in più per eliminare la manifestazione e per colpire me. E colpendo me colpiscono anche voi! Allora, qui ci saranno tremila persone, secondo la questura cinquanta. Cominceranno a fare queste cose. Ma la cosa incredibile è dobbiamo cominciare a mobilitare, perchè siamo tutti contaminati.
Io non sono diverso da voi. Quello che sta succedendo qua succederà anche a Genova, Milano, Torino. Il problema dei rifiuti è gigantesco. E' l'economia. Ma l'economia non si può più fare in questa maniera. Fossi stato io sindaco a Napoli quando c'è stata l'emergenza, ai primi sintomi di visione della monnezza per le strade, bastava che avessi scritto due righe: proibire l'usa e getta, il monouso, il terzo e quarto imballaggio, proibire le bottiglie di plastica. Proibire per la salute pubblica. Il sindaco poteva farlo! Quando c'è un rifiuto c'è uno sbaglio nella catena. Dobbiamo cambiare, siamo in guerra cari amici.
Siamo tutti in guerra con l'elmetto. Allora la nostra guerra è una guerra per la conoscenza. Se c'è un rifiuto c'è uno sbaglio nella costruzione di questa cosa. La natura non fa rifiuti, i rifiuti li facciamo noi. Allora se noi facciamo un rifiuto, quello deve essere materia prima di un'altra lavorazione, deve chiudersi il ciclo, non può rimanere aperto. Allora si fanno altre cose: ci sono i pannolini lavabili, ci sono i detersivi alla spina, c'è il latte alla spina. Qualsiasi cosa si deve produrre in un altro modo, questa è una guerra. E noi diamo gli incentivi alla Fiat perché la Fiat faccia macchine in Polonia e in Croazia vaffanculo!
Noi dobbiamo cominciare a cambiare questo mondo dalle basi. Siamo in guerra! Roosevelt quando entrò in guerra con le industrie americane, in quarantotto ore capovolse i ritmi e il modo di produrre delle industrie. A uno che faceva i giubbotti in pelle gli disse: "tu adesso fai giubbotti antiproiettile." Un altro faceva bottoni gli ha detto: "tu fai pallottole e bossoli." Noi dobbiamo togliere le sovvenzioni di 'sti cazzo di inceneritori dalle nostre bollette.
Via! Noi dobbiamo fare democrazia dal basso. E allora la conoscenza cosa serve? Io voglio sapere dove vanno a finire le mie tasse. Voglio sapere ed essere padrone se posso finanziare un inceneritore o no. Devo essere in grado di decidere io se finanziarlo o no. Hanno paura di questo, hanno paura del cittadino informato. Ecco perché ci sono i media che ormai non sono più media perché non informano più, che sono assoggettati. Non passa più un'informazione vera. Passano cazzate! Passano cazzate.
Io adesso faccio un piccolo intervento, poi qui parleranno delle persone qualificate. Io sono un comico come ha detto il sindaco di Salerno De Luca: "Vengono qua questi comici e questi preti che dovrebbero stare in chiesa a pontificare su Acerra." Ecco come ci trattano. Noi non abbiamo titolo per parlare da scienziati, però qui oggi abbiamo degli scienziati. Voglio presentarveli io.
Il primo che vi presento non è uno scienziato ma è innanzitutto un uomo meraviglioso. Un uomo che finalmente ti fa credere che Dio esiste. Fermi! Il papa, (l'amministratore delegato tedesco) gira con settanta uomini di scorta. Il mio vescovo, il vescovo di Genova gira con quattro persone di scorta. Quattro! Allora l'ho fermato io, gli ho detto: "Vescovo mi scusi ma quattro persone di scorta dovrei averle io non lei. Lei è votato al martirio io no" (tiè) Eh! Allora? Girano con la scorta i preti. Ma se Gesù invece che i dodici apostoli aveva dodici body guard, col cazzo che lo mettevano in croce!
Allora voglio dirvi che ogni tanto Dio esiste. Dio è nel basso, Dio è nelle persone che soffrono, Dio è in questi posti, si manifesta in semplici persone di una grandezza spropositata. Parlo di Don Gallo, di Ciotti e ne abbiamo uno qui. Abbiamo un pretino. Un grande combattente: Alex Zanotelli.
Ragazzi io devo scappare. Devo farmi tutte le discariche della Campania! Non vorrete mica che mi faccia solo questa! Devo andare dalle altre parti. Io voglio salutarvi dicendovi questo. Ha detto una cosa fantastica, bisogna creare dal basso i rapporti. Noi stiamo creando i meetup, le liste civiche. Dovete iscrivervi. Nessuno vi rappresenta più. Non c'è più un partito, non c'è più nulla, né sinistra né destra. Dovete scendere con l'elmetto. Cittadini informati, le liste civiche. A giugno in seimila comuni si vota. Ragazzi come voi devono entrare nei Comuni. Basta che entri uno di voi con una web-cam e metta tutto in Rete quello che vede nei Comuni. I territori, come fanno le urbanizzazioni e gli roviniamo il giochino.
La trasparenza e la Rete sono il futuro per questa Democrazia dal basso. Quindi l'ottimismo che ho io è questo, e che ho detto anche a loro. Discariche, inceneritori, infrastrutture sulla salute della gente non le faranno mai. Non hanno più una lira! L'economia ci darà ragione. Avremo una botta tremenda sull'economia. E l'unica nota positiva è che queste cose non avranno più i soldi per poterle fare. Seconda cosa, la raccolta differenziata porta a porta funziona. Funziona nei paesi, funziona a Salerno. Allora bisogna che noi teniamo quattro contenitori con un chip. Noi dobbiamo pagare le tasse sull'immondizia in base alla quantità che produciamo. Se ne facciamo di più paghiamo di più se ne facciamo di meno ne paghiamo meno.
Dobbiamo essere incentivati in queste cose. Questa immondizia convergerà verso l'isola ecologica e le cose che buttiamo diventano materia prima o secondaria per le imprese. Le imprese di giovani di trenta quarant'anni stanno facendo miracoli sulle cose che buttiamo. Non si può portare l'immondizia di Napoli in Germania. In Germania aprono i nostri sacchetti, prendono la plastica, la carta, l'alluminio e ce la rivendono come materia prima e seconda. Siamo rincoglioniti del tutto. Allora io vado per discariche e se sopravvivrò torneremo insieme e faremo qualche casino più grosso di questo. Grazie a tutti. Ciao." Beppe Grillo

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view post Posted on 4/3/2009, 18:46
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Qualcuno bussa alla porta. Tu apri e tutto cambia. Il licenziamento è arrivato anche per te. Non fai più parte degli Schiavi Moderni tenuti in vita da uno stipendio miserabile. E neppure dei candidati alle Morti Bianche che però hanno un lavoro. Ora sei un Morto di Fame. Hai diritto alla social card. Uno dei due, forse tre, nuovi milioni di disoccupati del 2009.
Il momento del distacco, dell'uscita dalla fabbrica o dall'azienda è uno stato di trance. Il cervello galleggia, tutto è in discussione. Chi l'ha vissuto o lo vive sa che è come un piccolo infarto. Ti senti perso nel nulla e non sai cosa fare. Il giorno prima i cancelli della fabbrica erano aperti e parlavi con i tuoi compagni di politica o di calcio. L'azienda poi chiude, senza un perchè, senza avvisare nessuno. Ti trovi alle 6 del mattino di fronte ai cancelli con i tuoi colleghi e con i celerini. Poca conversazione, molte manganellate.
Se sei precario non hai protezioni. Se sei dipendente hai la cassa integrazione per qualche mese. Sei fuori dal sistema e questo lo capisci solo adesso. La disoccupazione è contagiosa. Se chiude una società, spesso chiudono anche i suoi fornitori. Se i disoccupati in un una zona aumentano, in quella zona chiudono negozi e supermercati. Il disoccupato, il Morto di Fame moderno, è un virus. Abita in un Paese governato dall'uomo più ricco, dai parlamentari più numerosi e più pagati, dalle pensioni a senatori e deputati dopo due anni e mezzo. In città è circondato da Suv, da evasori fiscali che frodano 250 miliardi di euro all'anno allo Stato, da dipendenti della criminalità organizzata, la prima azienda del Paese per fatturato. Lui non è un politico, un evasore, un criminale, per questo è disoccupato. E' vissuto in un mondo a parte in cui la parola onestà aveva un significato.
Vedo persone dignitose chiedere la carità nelle stazioni o premere le gettoniere dei telefoni nelle metropolitane. Una signora mi ha chiesto qualche euro, non mi ha riconosciuto, non sapeva di parlare con un genovese, belin. Mi ha detto che aveva fame. Non era extracomunitaria, clandestina, zingara, era italiana e senza un lavoro. Era una nuova Morta di Fame.
Il blog riceve ogni giorno storie di nuovi Morti di Fame, su come sono stati licenziati. Ho deciso di raccogliere le testimonianze in un libro che pubblicherò in formato digitale scaricabile gratuitamente dal blog.
Raccontate le vostre storie e lucidate i vostri zoccoli.
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.



Cuffaro è entrato nella commissione di Vigilanza Rai. D'Alia lo ha candidato al suo posto. Uno vigilerà sull'informazione televisiva, l'altro sulla Rete. Una staffetta formidabile. Cuffaro è stato condannato per favoreggiamento semplice in primo grado a 5 anni di reclusione e a interdizione perpetua dai pubblici uffici. D'Alia
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view post Posted on 7/3/2009, 15:49
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Ma cos'è questa crisi...

Lo psiconano non ama le crisi. E' più forte di lui. Di fronte al crollo della sua scuderia di titoli, da Mondadori a Mediaset a Mediolanum, ha scelto la rimozione. E' giovane, con tanti capelli e l'Italia va come un treno svizzero. Gli italiani sono fortunati ad avere un presidente ottimista. I disoccupati saranno disoccupati sereni. I morti di fame, gente che tiene alla linea. Obama parla di "dati atroci". Per Testa d'Asfalto "la crisi non è tragica". Indovinate quale sarà il Paese a finire in default.

Postato da Beppe Grillo
 
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view post Posted on 7/3/2009, 23:43
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dal blog di Grillo...

Domani dalle 9.30 il blog trasmetterà in diretta streaming da Firenze il I° Incontro Nazionale delle Liste Civiche a Cinque Stelle ***

Ieri sera SkyTG24 mi ha intervistato in diretta. Non mi capitava da quindici anni! Vi pubblico un estratto del video.

Giornalista: “Allora, lo abbiamo detto, saluto in collegamento in diretta con noi, con Nightline SkyTg24, Beppe Grillo. Buonasera Beppe, grazie per essere con noi”.
Beppe: “Grazie a voi, grazie a voi. Dopo 15 anni faccio una diretta televisiva. Siete la seconda televisione che mi riprende in diretta dopo la Digos. Quindi va benissimo. E poi siete una televisione straordinaria, quasi familiare. ‘Gino hai visto? Ciao Cinzia! Come sta? Siete lì? Saluti a Davide…’ Non so perché e cosa dobbiamo dire. Avrei miliardi di cose da dire. E dal 1993 che non faccio una diretta televisiva. Ma voglio essere sintetico, perché stiamo preparando un progetto che è durato cinque anni e che andrà in porto forse domenica a Firenze.
Abbiamo parlato di Liste Civiche. Qualcuno ha sentito forse delle Liste Civiche, del Meetup, del Blog… Una cosa partita cinque anni fa. Io facevo il comico, poi mi sono trovato a vedere negli Stati Uniti i Meetup, i blog. Ho aperto un blog e grazie all’intervento di migliaia di persone, di cittadini informati, siamo diventati secondo Forbes il settimo blog del mondo su un miliardo di utenti.
La Rete sta cambiando il mondo, con i social network, con facebook, con myspace, con i blog. La Rete sta cambiando la vita dei cittadini. ”
Giornalista: “Qualcuno, per questo approccio alla Rete e alla tecnologia, l’ha definita l’Obama italiano. Sicuramente non per il colore della pelle.”
Beppe: “Obama sta copiando. Ci sta copiando. No, scherzo. Obama è nato dalla Rete. Mette le leggi online e le fa discutere per dieci giorni prima di firmarle. Proviene dai cittadini, finanziato dai cittadini. Il suo primo discorso l’ha fatto su Youtube e i suoi referenti sono i cittadini. È una democrazia capovolta. Noi siamo in un empasse tremendo, siamo in una crisi economica che darà mazzate terrificanti a questi psiconani, ballerine, gnomi, folletti e amici degli amici. Stiamo delirando. C’è un delirio dell’economia, della politica. I partiti sono scomparsi. Han detto che io facevo l’antipolitica perché dicevo che i partiti erano morti. Vi ricordate? Sono scomparsi. Sono scomparsi perché non ci sono mai stati. Non c’era una sinistra, non c’era una destra, non c’era una opposizione. C’era una presa per il culo di milioni di cittadini. Ci sono state elezioni senza poter scegliere il candidato. Abbiamo 18 condannati in via definitiva ancora in Parlamento. I fuorilegge fanno le leggi. Abbiamo un centinaio di persone, in Parlamento, condannate in primo grado, in secondo grado, o prescritti, patteggiati. C’è qualsiasi cosa. È diventato una discarica il nostro Parlamento.
Giornalista: “E’ entrato subito, ovviamente, diretto a parlare di politica importante.”
Beppe: “No, non è politica questa. Sto parlando di rifiuti tossico-nocivi. Non è politica. La politica è rovesciare il concetto. Vuol dire mandar via i partiti. Cittadini informati, con l’elmetto. Cittadini informati che fanno liste civiche. Liste civiche, entrare nei comuni. È lì che si decide la qualità della vita delle persone. Nei comuni.”
Giornalista: “Ecco, allora partiamo da qua. Domenica a Firenze presenterete le ‘Liste Civiche per un Nuovo Risorgimento’ le avete definite. Molti giovani e soprattutto quelle caratteristiche ben precise per poter entrare a far parte di questo progetto.”
Beppe: “Sì, le liste civiche nascono così. Nascono un po’ dai Meetup che sono questi gruppi che lavorano con me condividendo le mie idee, le nostre idee. Sono Liste Civiche a Cinque Stelle. Noi parliamo di cose vere, di politica vera. Parliamo di riciclaggio dei rifiuti, parliamo di raccolta differenziata porta a porta piuttosto che inceneritori, parliamo di wifi, di connessione libera e gratuita. Parliamo di mobilità. Qui il delirio di questa gente che sta investendo miliardi che non hanno in infrastrutture assurde. Non le faranno mai. Non le faranno mai. Perché la mobilità non è far passare dei camion sui ponti, il corridoio cinque, unire la Turchia con l’Ucraina. Stanno delirando. La mobilità del futuro sarà quella di stare più fermi possibile. Far girare le idee. La Rete è la mobilità. […] Un ragazzo di 27 anni nel comune di Treviso si sta portando dietro tutti perché ha avuto due idee. Ed è un ragazzo che guadagna 250 euro al mese. Ed è nel comune di Treviso, un comune molto importante. Ha fatto due cose: raccolta differenziata in 90 scuole a costo zero per il comune e per le scuole. Ha ideato un software opensource. Via Skype un cittadino di Treviso con una chiamata può mettersi in contatto con la persona che gli risolve il problema, senza prendere la macchina e girare e intasare il traffico. Attraverso Skype, una chat con Skype. A costo zero per il comune. Abbiamo quarantamila idee. L’accesso gratuito alla Rete…”
Giornalista: “Perché in Italia è così difficile far muovere queste idee anche quando queste idee potrebbero dipendere da piccole amministrazioni locali”
Beppe: “Si parte alla rovescia. Partiamo dai comuni. Abbiamo lanciato ‘Fiato sul Collo’. Un cittadino va a casa sua, dove ci sono i suoi dipendenti che fanno un consiglio sulla sua vita per svendere il suo territorio e la sua qualità della vita e non li fanno neanche entrare. Vorrebbero riprendere e mettere nella Rete. Quando queste persone vengono riprese e messe nella piazza informatica che è la Rete si scopre il giochino, ecco perché non vogliono essere ripresi. Allora i discorsi sono semplici. Allora via questa gentaglia di settant’anni. Via questa gente. Entrare persone diverse. Cittadini che entrano nei comuni, poi dai comuni alle regioni e dalle regioni forse in Parlamento. Noi parliamo di acqua pubblica. Voglio sapere cosa ne pensa la destra o la sinistra sul privatizzare l’acqua e metterla di proprietà di una S.p.A. Voglio sapere che cosa pensa sul wifi. Noi abbiamo una legge incredibili. Solo noi, la Birmania e la Cina. La famosa legge Pisanu. Ho visto quella mezza cartuccia di Pisanu andare in televisione a fare il democratico. Ha di fatto con la sua legge antiterrorismo bloccato il wifi libero. Vai a Parigi, Londra, vedi la gente che lavora nelle biblioteche, nei parchi di tutte le città del mondo. Noi abbiamo delle mancanze gravissime […]
Per fare il riassunto di quello che ho detto - questi ragazzi che hanno lavorato su questi temi: acqua, inceneritori, energia, wifi, mobilità, trasporti, cose vere, per cinque anni – abbiamo discusso queste idee, dibattuto queste idee con premi Nobel, perché ci scrivono premi Nobel sulla Rete, bene questi ragazzi faranno delle liste civiche. Sono nessuno, sono ragazzi. Non hanno una lira, non abbiamo una lira, non siamo finanziati da nessuno, non abbiamo sovvenzioni. I media ci danno ovviamente contro. È la prima intervista che faccio con una televisione. Ecco perché sono così esaltato e cerco di essere conciso per dire tutta la mia vita degli ultimi cinque anni. […] Ripeto. Le liste civiche ci saranno. Ci credo perché ci ho messo la vita, ci ho messo la mia professione. Ci ho messo tutto in questo progetto. Come ci hanno messo tutto migliaia di ragazzi e giovani che vogliono avere una prospettiva nella vita. Le liste civiche saranno il primo passo, non si fermeranno. Noi siamo lenti perché abbiamo contro i media, i giornali. Ma siamo un virus dal basso, non ci fermerete mai. Voi provateci, ma non ci fermerete mai. Grazie dell’intervista.[…]
Giornalista: “Le chiedo solo un’ultima nota. A Firenze, l’appuntamento dove e a che ora.”
Beppe: “L’appuntamento è al teatro Saschall di Firenze. Io ci sarò dal mattino alle 10 fino a sera inoltrata ci saranno persone che parleranno, ci saranno grossi personaggi. Riccardo Petrella parlerà dell’acqua che deve essere pubblica, è il più grande filosofo dell’acqua del mondo. È un uomo meraviglioso, un professore. Parleranno professori, parleranno medici, parleranno giornalisti. Parlerà Travaglio, parleranno economisti. Parleranno persone fantastiche, quelle che hanno parlato al VDay, che non avete neanche menzionato. Da lì usciremo con la Carta di Firenze, la famosa Carta di Firenze. Io credo molto in questa città. La Carta di Firenze con 12 punti che vorremmo fare nelle nostre città, ogni lista civica, controllata da noi. Devono essere ragazzi incensurati, non devono aver fatto politica per più di un mandato, devono risiedere nella città che vanno ad occupare politicamente.”
Giornalista: “Noi ne daremo conto, come dimostra questa intervista che era dal 1993 che non avveniva. Grazie Beppe Grillo.”
Beppe: “Io vi ringrazio. Ringrazio voi e, sempre, la Digos!”

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view post Posted on 20/3/2009, 19:57
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DAL SITO I BEPPE GRILLO

Luigi De Magistris si candida come indipendente per le elezioni europee nell'Italia dei Valori. Lo psiconano propone Clemente Mastella per Bruxelles. Il Bello e la Bestia. Il ceppalonico ha fatto cadere il Governo Prodi. Un aiutino lo fornì il Disastro Universale, detto Topo Gigio (Uèltron dove sei? Cosa fai? Cosa mi dici mai?). Mastella doveva candidarsi al Parlamento per le politiche nel PDL, una ricompensa, i trenta denari di Giuda. E' rimasto invece a piedi. Faceva schifo persino agli alleati di Testa d'Asfalto. E' diventato come un parente ingombrante che cerca di farsi invitare la domenica a pranzo. Mangia due primi e tre secondi e rutta e scoreggia dopo il caffè.
Cacciato dal Parlamento dove era accampato dal 1976, Mastella non si è dato pace. Dopo l'annuncio che a Bruxelles si troverà davanti Luigi De Magistris ha avuto un mancamento e ha cambiato cellulare a tutta la famiglia. Le inchieste per cui fu rimosso De Magistris riguardavano i fondi europei. Un fiume di miliardi che finiscono alla criminalità organizzata e ai politici corrotti. Gli euro comunitari sono il carburante del voto di scambio.
Mister indulto ha dichiarato sulla candidatura di De Magistris: "Ora capisco tante cose. Così si alimenta il sospetto che la Giustizia possa essere applicata al disegno di qualcuno." E ha aggiunto: "Se saremo entrambi in parlamento a Bruxelles dovrà spiegarmi come, dove e da chi avrei preso i soldi". A Mastè, spiegalo tu a chi telefonavi, dove hai preso i voti. Spiegaci l'indulto, spiegaci di tua moglie agli arresti domiciliari. Spiegaci a chi prestavi i tuoi cellulari.
A Bruxelles non sono abituati a politici del rango di Magilla il Gorilla. Quando prenderà la parola gli tireranno dei caschi di banane. Mastellone ha detto che in passato il PDmenoelle si oppose alla candidatura di De Magistris. Troppo onesto per gli standard di quel partito. Mancino, vicepresidente del CSM, ha tuonato contro De Magistris: non deve più tornare in magistratura. Mancino ha ragione. De Magistris deve entrare e restare in Parlamento. E' il luogo adatto per un giudice. Un terreno di caccia ideale, pieno di pregiudicati, corruttori, indagati, prescritti. Luigi de Magistris al Parlamento Europeo è come una volpe nel polllaio. Indovinate chi è il pollo?
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?'). Noi neppure.



Brunetta: “Sono un democratico e quindi credo molto più al voto che alle azioni di guerriglia. L'Onda non l'ho vista nelle recenti elezioni degli studenti quindi sono dei guerriglieri e verranno trattati come guerriglieri”. Forse Brunettolo si riferisce ai ragazzi picchiati al G8, o a Bergamo, o a Torino, o a Pisa, o ieri alla Sapienza a Roma. Pericolosi guerriglieri manganellati dai celerini. Brunettolo ha la testa troppo vicina al basso ventre. L’uccello, si sa, dà alla testa.

Postato da Beppe Grillo alle 18:53 in Muro del pianto | Commenti (65)
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I video di beppegrillo.it
Le interviste del blog: Luigi De Magistris
La Settimana - Vol. 4 N°11

In Italia i servizi costano il doppio e valgono la metà. Provare per credere. Se varcate il confine francese o austriaco la posta arriva puntuale, le connessioni si pagano fino a un terzo in meno. E nessuno ruba quello che spedite....







[ Archivio de La Settimana ]











Brunetta: “Sono un democratico e quindi credo molto più al voto che alle azioni di guerriglia. L'Onda non l'ho vista nelle recenti elezioni degli studenti quindi sono dei guerriglieri e verranno trattati come guerriglieri”. Forse Brunettolo si riferisce ai ragazzi picchiati al G8, o a Bergamo, o a Torino, o a Pisa, o ieri alla Sapienza a Roma. Pericolosi guerriglieri manganellati dai celerini. Brunettolo ha la testa troppo vicina al basso ventre. L’uccello, si sa, dà alla testa.

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La Settimana - Vol. 4 N°11

In Italia i servizi costano il doppio e valgono la metà. Provare per credere. Se varcate il confine francese o austriaco la posta arriva puntuale, le connessioni si pagano fino a un terzo in meno. E nessuno ruba quello che spedite....







[ Archivio de La Settimana ]











DAL SITO DI BEPPE GRILLO
Brunetta: “Sono un democratico e quindi credo molto più al voto che alle azioni di guerriglia. L'Onda non l'ho vista nelle recenti elezioni degli studenti quindi sono dei guerriglieri e verranno trattati come guerriglieri”. Forse Brunettolo si riferisce ai ragazzi picchiati al G8, o a Bergamo, o a Torino, o a Pisa, o ieri alla Sapienza a Roma. Pericolosi guerriglieri manganellati dai celerini. Brunettolo ha la testa troppo vicina al basso ventre. L’uccello, si sa, dà alla testa.








 
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view post Posted on 20/3/2009, 22:07
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Luigi De Magistris si candida da indipendente in Europa con l'Italia dei Valori. E' un'ottima notizia. A Bruxelles c'è la testa del serpente. I finanziamenti da 9 miliardi all'anno che finiscono, quasi tutti, a tre regioni italiane: Campania, Calabria e Sicilia. Soldi che rafforzano la criminalità organizzata e una gestione criminale della politica. Miliardi che inquinano la vita del Paese invece di permetterne lo sviluppo. Molti sanno e tutti tacciono. Chi denuncia, come ha fatto De Magistris, viene isolato e calunniato. In Europa sarà una voce forte e pulita. Il blog lo sosterrà.
Loro non sia arrenderanno mai(ma gli conviene?). Noi neppure.

"Sono contentissimo di fare questo video e voglio ringraziare Beppe Grillo, del quale ormai mi sento amico e condivido tantissime cose che egli sta facendo da anni per questo Paese su temi molto sensibili, sui quali cercherò brevemente di soffermarmi.
Quello più importante che è poi culminato nelle ultime manifestazioni straordinarie dei vari V-day, ricordo ad esempio l'intervento che feci anche io, durante la manifestazione straordinaria di Torino. Io non so quanti partiti politici tradizionali, soprattutto i due schieramenti più forti, il Pdl e il Pd riescano a portare in piazza come ha fatto Beppe, quindi, come dicevo la cosa più importante, a mio avviso, è il concetto di democrazia partecipativa, che è fondamentale.
La politica è fatta di partecipazione, la politica con la P maiuscola, non sono comitati di affari che devono gestire il denaro pubblico per interessi propri, ma la politica dev'essere rappresent ata da alcuni che devono portare le esigenze di tutti.
La democrazia partecipativa è il luogo assembleare, il protagonismo del popolo è uno degli aspetti più importanti e Beppe non lo ha fatto in modo populistico come dicono alcuni o come anti politica, ma se il luogo della politica per eccellenza, dove si fanno parlare le persone che altrimenti sono state emarginate nella società civile economisti, ambientalisti, lavoratori, sindacalisti, sacerdoti, magistrati, (come lui mi ha consentito di fare e io gliene sarò sempre grato) su temi fondamentali della vita di ognuno.
Io mi soffermerò oggi in questo breve saluto e in questo breve ringraziamento che faccio a Beppe, con la certezza che saprò portare, qualora dovessi essere eletto, ma anche se non sarò eletto, tutto il mio entusiasmo e tutta la passione su temi che ci vedono molto vicini. Soprattutto mi voglio soffermare su due temi che reputo fondamentali: uno è quello dell'ambiente. Io sono convinto che la ricchezza di un Paese e anche l'impresa, il lavoro e il progresso si fondino su un nuovo modo di fare ambientalismo. Quello soprattutto di puntare sulle energie rinnovabili e soprattutto sul rispetto assoluto della natura, che non è solo un bene dell'Italia, ma un bene di tutto il mondo, il mondo sarà destinato a scomparire se non si ha la capacità di superare questa fase di gravissima crisi economica che si fonda soprattutto su una gestione scellerata delle risorse energetiche e delle risorse naturali.
In questo Beppe è stato uno dei primi. Io ricordo quando da ragazzo seguivo i suoi spettacoli, ambiente ed economia viaggiavano strettamente l'uno correlato all'altro.
Attraverso l'utilizzo giusto delle risorse naturali e attraverso l'energia alternativa e i metodi e i messaggi che ci dà Beppe, io sono convinto che non solo vivremo meglio tutti, ci sarà un rispetto della natura una salvaguardia dell'ambiente, ma anche più lavoro per tutti e sopratutto più lavoro per i giovani.
Il secondo punto che ricordo con grandissimo entusiasmo, io ebbi anche qualche perplessità a partecipare e fui molto criticato dai miei colleghi magistrati dell'epoca, la partecipazione a Strasburgo con Beppe Grillo e Marco Travaglio. Innanzitutto ricordo il viaggio bellissimo che facemmo in macchina dall'Italia tutti e tre, cominciammo a confrontarci soprattutto su un tema che è centrale in Italia e non solo in Italia: quello della gestione dei finanziamenti pubblici. Il controllo illegale che il sistema castale politico di questo paese, sta facendo e ha fatto sulla gestione del denaro pubblico, a discapito della gran parte dei cittadini e arricchendone solo alcuni, rendendo il nostro paese sempre più vicino a quello di alcune realtà sudamericane e mediorientali e non certo proprie di un paese occidentale.
Il tema della finanzia mento pubblico è centrale perché è lì che si corrode la democrazia. In Europa io credo che dobbiamo portare persone credibili, non persone che hanno contribuito in questi anni a dissipare, a sperperare e ad arricchire comitati di affari nell'immane flusso di denaro che è giunto in Italia. Portare persone competenti ed oneste in grado non di interrompere il flusso del denaro pubblico che può servire, in qualche modo, ad aiutare le realtà più difficili anche se io sono dell'avviso che non si deve favorire l'assistenzialismo fine a sé stesso, dev'essere un modo proprio per favorire l'impresa diversa come dicevamo prima, ad esempio un nuovo modo di fare ambiente, un nuovo modo di fare economia, soprattutto aiutando i giovani svincolandoli da cappe della casta politica e della criminalità organizzata.
Sono convinto, da tempo, soprattutto per il lavoro svolto come magistrato, che proprio attraverso la gestione illegale del denaro pubblico è cresciuta non solo la criminalità mafiosa di tipo tradizionale, ma anche la criminalità dei colletti bianchi.
Il denaro pubblico in gran parte viene gestito da comitati d'affari che decidono a chi dare i soldi, a quale società dare i soldi, a chi affidare gli appalti, a chi affidare i progetti, a chi affidare i subappalti, chi assumere in queste società nel fare sia i progetti che i lavori e quindi condizionando il voto. Oggi si ha un'occasione importante grazie ad Antonio Di Pietro e a Italia dei Valori, cioè coinvolgere persone della società civile, anche con sensibilità diverse a costruire una casa comune in cui i protagonisti non sono solo le persone che spero verranno elette, ma tutti quanti insieme che potremo dare un contributo a migliorare veramente non solo l'Italia ma l'Europa a vivere nel benessere e nella salvaguardia di tutti, della natura e del nostro paese in particolare. Grazie ed un abbraccio a Beppe." Luigi De Magistris




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view post Posted on 22/4/2009, 18:30
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Dal blog di Beppe Grillo


Ah, un altro 168, un altro 168, un altro 168! Sto leggendo tre libri, “ Basta” di Naish, Lynas “Sei Gradi”, ve lo consiglio, e poi l’ultimo di Stiglitz, per tirarci su un po’ il morale. Li leggo tutti e tre contemporaneamente, un po’ di confusione, scusate!
Stiglitz mi manda il suo libro, 3.000 miliardi di dollari è costata la guerra agli americani, perché sono entrati in guerra in Iraq e, contemporaneamente, hanno abbassato le tasse e quindi il debito è andato a mille. Ci spiega come mai, cosa c’è sotto, quando devono ancora pagare, la crisi e tutto. E’ interessante che un Nobel mi mandi un suo libro e poi ci mandi un post da leggere sul nostro blog, è fantastico, un premio Nobel per l’economia, consulente di Obama, quindi è un uomo straordinario che condivide tutto quello che facciamo. E’ pazzesco, ora comincio un po’ a montarmi la testa, perché condivide le liste civiche dal basso, il cambiamento, l’efficienza energetica, le rinnovabili, i rifiuti zero, lui ha calcolato che negli Stati Uniti, se mettessero a posto gli edifici a efficienza energetica, creerebbero 100 /200.000 posti di lavoro in poco tempo, dei redditi entro il 2012 fino a 3 o 4 miliardi di dollari, posti nuovi. Qui non è crisi: bisogna cambiare, la parola crisi è sbagliata, è il cambiamento, stiamo in mezzo a un cambiamento epocale straordinario, bisogna pensare un po’ alla grande, io penso alla grande però poi vado un in crisi perché mi tocca battagliare, sto sui coglioni a tutti, mando a fare in culo tutti: lo so, insomma sono diventato con un caratteraccio, ma dovete anche capire che siamo in un momento in cui non si riesce più a sapere la verità, te la puoi solo immaginare. Sono tentato di lasciarmi un po’ andare a questa deriva da fogna e leggere - non so - il Giornale, Libero, Il Foglio, questa fogna, lasciarmi galleggiare lì in questa merda informatica così, perché sarebbe bello, potrei anche rilassarmi, i miei valori della bile entrerebbero nella norma, mi potrebbero anche sorridere in casa. Non vedete che qua sono in casa mia e non c’è nessuno, mi lasciano anche da solo, anche Ciro ha dei momenti in cui mi guarda così, come dire.. e allora sarebbe bello lasciarsi un po’ andare alla deriva, ballare sul Titanic, che bello ballare sul Titanic! Emotivamente sarebbe straordinario! Ma comincio a vederli in un altro modo questi: i delinquenti in Parlamento, in delinquenti nella Borsa, i delinquenti nelle banche se ci sono ci sarà un motivo! Comincio un po’ a affezionarmici a questa gente qua, che bello sarebbe essere un po’ ebeti, un po’ così come Giordano, come questi titolari dell’informazione che dovrebbero farla loro l’informazione e io dovrei fare così, ogni tanto controllare, ma l’informazione è quella che vediamo: sono i Grandi Fratelli, sono queste cose qui straordinarie, per l’amor del cielo! E poi vedere questi minimi tentativi ogni tanto subito bloccati, anche il povero Silvan non faceva una battuta dal 1951, ne ha fatta una nella sua vita e una specie di suora gliel'ha cassata lì, giustificando tutta la struttura che non era d’accordo sulla battuta.. siamo a dei livelli per cui la RAI è diventata a dei livelli vergognosi! Questo monumento di 11.000 persone messe lì che sono parenti, amici degli amici, fratelli, sorelle, figli di, l’abbiamo pubblicato sul blog, andatevela a vedere la conigliera RAI! E allora abbiamo ormai questo delirio su qualsiasi cosa. La RAI, se vuole fare la RAI, che faccia la RAI: tolga la pubblicità e tolga i partiti se vuole il mio canone, perché se vuoi il mio canone devi fare un altro tipo di televisione e, se non fai un altro tipo di televisione, non vi do più il mio canone, cari amici! Abbiamo fatto un gruppo su Facebook, siamo già 165.000, se arriviamo alla fine dell’anno - e vi esorto a farlo - di evitare di pagare e farvi piombare il televisore, fatevelo piombare, è semplicissimo: seguite le istruzioni sul blog, date 5,60 Euro, mettete il numero del libretto, raccomandata con ricevuta di ritorno, è semplice: verranno due funzionari a piombarvi il vostro televisore, è una meraviglia, li filmate e poi li mettiamo su YouTube, sarà il filmato più visto del mondo! Ma questa RAI qui, vergognosa, che non fa assolutamente nulla: blocca e devia tutte le informazioni, sull’ospedale abruzzese Menduni, che era il direttore generale dell’ospedale, quello che ha aperto l’ospedale e non aveva l’agibilità e non era a norma, beh, questo qui invece di metterlo in galera - e metterlo in galera è poco! - stato promosso dal governatore dell’Abruzzo, quello messo lì dal nano malefico, è stato promosso a - aspetta, non vorrei sbagliare, ma è stato promosso a ... era il direttore generale dell’ospedale e è stato nominato - consulente dell’Agenzia Regionale Sanitaria dell’Abruzzo! Noi siamo qui, abbiamo i Menduni e ogni tanto ci succedono delle cose ... e le persone meravigliose che fanno cose straordinarie non le caghiamo neanche! Per esempio ho fatto un’intervista con Pierantonio Costa, il quale è un signore, è un imprenditore anziano, che è stato Console Onorario in Rwanda nell’epoca del '94 quando è successo il casino: bene, questo signore senza dire niente a nessuno, senza che si sia saputo niente, ha salvato 2.000 persone dal massacro, tra cui 375 bambini! Sono quelli che dovrebbero essere promossi, non i Menduni, quella gente lì! Siamo un Paese strano, stranissimo: abbiamo cose che non si riescono a capire, la Lega Nord che vuole fare il federalismo. Io ho letto il federalismo fiscale della Lega Nord, sono riuscito a leggere dodici pagine e non sono riuscito a leggere altro, ho chiamato degli specialisti, uno è riuscito a leggere 18 pagine e l’hanno ricoverato per esaurimento nervoso. Ma chi l’ha scritta questa legge qua? Ma siete scemi?! E’ una legge che cambia la vita di 60 milioni di persone e non si riesce a capire ... l’avrà scritta il figlio di Bossi! Ormai quelli della Lega Nord stanno andando fuori di testa: state boicottando il referendum per i cazzi vostri, perché altrimenti scomparite, sennò se vince il sì scomparite, ma non me ne frega un cazzo se scomparite! Il referendum è una questione di democrazia di cittadini, non potete fare i cazzi vostri e i cittadini votano e poi chissà, spostate, non date le informazioni: parlate con i cittadini!
Cazzo, ma alla Lega Nord siete andati fuori di testa, forse allora comincio a vedere che certi episodi, che non vengono né trasmessi né detti sui giornali come l’arresto della segretaria della Lega Nord con otto chili di cocaina in Svizzera, aveva otto chili di cocaina messa in certi vasetti! Con otto chili fai 200.000 dosi: per chi erano queste dosi? Per le ronde? Allora ditelo, “ erano per le ronde”, perché volete avere le ronde più veloci d’Europa e allora vi capirei. E’ tutto un gioco al massacro, vorrei capire: se abbiamo un’informazione così, allora è il momento di dire basta, proprio basta! Ci sono dei libri per dichiarare basta, cambiamo rotta, cambiamo modo di pensare, cambiamo il modo di vedere il mondo: basta, per l’amor del cielo! Loro non molleranno mai? Noi neppure, vediamo chi vince. Andiamo avanti: buon 168!"






Marco Travaglio dal blog di Beppe Grillo

20 Aprile 2009
RAI: la voce del padrone

Testo:
"Buongiorno a tutti, oggi dirò pochissime cose di mio: oggi vorrei fare Indro Montanelli, nel centenario della sua nascita. Montanelli è nato a Fucecchio il 22 aprile del 1909, quindi anche se se è morto nel 2001 ha molte cose da dirci. Anzi, molte cose le ha dette quando molte belle addormentate nel bosco, molti di quelli che non vogliono vedere, molte Alici del Paese delle Meraviglie, molti servi, molti killer non vedevano e non volevano vedere quello che, in realtà, era visibile fin dal 1994, quando nella politica italiana irruppe un imprenditore che non sa cosa sia la democrazia, non sa cosa siano le idee e il confronto, ma sa soltanto che cosa siano gli interessi.
Nel 2004 ho scritto un libro che, più che altro, diciamo che è scritto da Montanelli nel senso che era un’amplissima antologia di tutte le cose che lui ha scritto e detto a proposito di Berlusconi e della storia del suo rapporto con Berlusconi, iniziato nella metà degli anni 70 quando il Cavaliere acquistò una quota prima di minoranza e poi, infine, di maggioranza nel giornale che Montanelli aveva fondato come cooperativa tra giornalisti.
Rapporto che fu tormentato, ma resse tra polemiche, pressioni e resistenze, però nella quasi normalità di un rapporto tra un editore, molto già implicato con la politica e un direttore che la politica del suo giornale la voleva fare giustamente lui.
Resse fino a quando dentro la politica direttamente non entrò Berlusconi e, in quel momento, esplose il dissidio che poi culminò nel distacco e nell’andar via di Montanelli, dopo una famosa irruzione del Cavaliere l’8 gennaio del 1994 nella redazione de Il Giornale, di cui tra l’altro non era più neanche l’editore, perché l’aveva dovuto girare a suo fratello per rispettare almeno formalmente la legge Mammì, che stabiliva un’incompatibilità tra il possesso di televisioni e il possesso di giornali. Vorrei parlare, anzi far parlare di Montanelli: l’ho fatto in questo libro, “Montanelli e il Cavaliere” nel 2004, adesso l’ho ripubblicato perché non pensavo, ma da quando è morto, ossia nel 2001, moltissimi hanno continuato a occuparsi di lui; per fortuna moltissimi continuano a comprare i suoi libri, pensate che Montanelli continua a vendere all’anno 100. 000 copie circa dei suoi vari libri pubblicati da Rizzoli o ripubblicati da Rizzoli: vende più lui da morto che quasi tutti i giornalisti da vivi.

Appropriazione indebita di Montanelli
L’ho ripubblicato con un nuovo saggio introduttivo, perché non pensavo, ma in questi anni da quando Montanelli è morto si è continuato a parlare di lui con appropriazioni indebite, tentando di annetterlo a questa o a quella parte e questa è stata una delle operazioni vergognose che ho voluto smontare in questa nuova edizione del libro, che è pubblicato da Garzanti. L’altra operazione vergognosa è lo sputo sulla tomba: persone che non si erano mai azzardate a parlarne male da vivo, quando lui poteva rispondere e sappiamo come rispondeva, hanno cominciato a parlarne male da morto, pur potendolo fare anche quando era vivo e mi riferisco a alcuni sedicenti studiosi, che hanno voluto addirittura mettere in dubbio, in alcuni sedicenti saggi, che Montanelli fosse stato condannato a morte dai nazisti e avesse rischiato la fucilazione, se non fosse fortunosamente riuscito a fuggire. Quindi anche su quello ho fatto un po’ di ricerche storiche per andare a vedere la verità su quello che è successo nel 1944/45 nel carcere di Gallarate e nel cercare di San Vittore, dove Montanelli era recluso con la sua prima moglie colpevole di antifascismo, ossia colpevole di essere sempre contro il fascismo dal momento in cui il fascismo aveva raggiunto l’apice della sua popolarità: non dimentichiamo che Montanelli comincia a abbandonare il fascismo quando tutti corrono sul carro del vincitore, dopo l’impresa di Abissinia durante la Guerra di Spagna, esattamente come sarà poi contro il conformismo democristiano e bigotto degli anni 50 e 60, come sarà contro il conformismo di sinistra filo/PCI, o addirittura filo/gruppi extraparlamentari, post sessantottino, che contagiò quasi tutti i giornali, compreso Il Corriere della Sera negli anni 70 e come fu contro il conformismo veramente da regime, come lui scrisse fin dal 94, berlusconiano negli anni 90 fino al 2001, quando morì.
Naturalmente ripubblicando questo libro mi sono riletto moltissime delle cose che lui ha scritto negli ultimi sette anni della sua vita, quando praticamente il pensiero dominante per lui era quello che tutti i democratici hanno tutt’ora, come pensiero dominante e come incubo, se volete, ovvero non tanto Berlusconi, quanto il berlusconismo. E mi sono reso conto che a fare scandalo e a rendere così insopportabile la vera storia di Montanelli e Berlusconi è un episodio: un episodio che segna l’inizio di un serial che ha visto cadere sotto la censura tutti i migliori giornalisti italiani, tutti i più bravi e i più amati giornalisti italiani e, contemporaneamente, tutti coloro che si sono occupati di satira in Italia in questi 15 anni. L’ultimo caso è quello di Vauro, ma sarebbe sbagliato prenderlo come un fungo che cresce in un luogo privo di funghi: Vauro è l’ultimo satirista che viene colpito come sono stati colpiti grandi giornalisti e grandi satiristi in quei dieci anni e tutto è cominciato esattamente l’8 gennaio del 1994, è quello il giorno in cui avviene una rottura anche in un Paese poco incline alla cultura liberale come l’Italia.

La legge Mammì e Berlusconi
Che cosa succede l’8 gennaio 1994? Succede che il Cavalier Silvio Berlusconi in procinto, ma non ancora ufficialmente - l’aveva dichiarato - di entrare in politica, di “ scendere in campo”, come avrebbe detto lui alla fine del mese, sale le scale della sede de Il Giornale in Via Gaetano Negri a Milano, raggiunge la sala dove si stava per tenere l’assemblea dei redattori e arringa i giornalisti de Il Giornale in assenza e all’insaputa di Montanelli. Antefatto: Berlusconi non aveva mai messo piede nei piani alti de Il Giornale per una ragione molto semplice: che quando ne era diventato l’azionista e poi l’editore Montanelli non gli aveva mai permesso e lui non si era mai azzardato a mescolarsi con Il Giornale, si occupava ovviamente dell’amministrazione come fanno gli editori. Nel 90 aveva poi lasciato il suo ruolo di editore, cedendo le quote al fratello Paolo, come vi ho detto, per aggirare la legge Mammì. Non è una cosa da poco aggirare la legge Mammì, perché la legge Mammì, che pure è una barzelletta per quanto riguarda i criteri antitrust, è la legge che ha consentito a Berlusconi di continuare a possedere l’intero panorama della televisione commerciale in Italia, prevedeva e prevede delle sanzioni, ovvero la perdita immediata della concessione pubblica da parte di chi la violasse: sappiamo che Berlusconi l’ha violata almeno per due profili, da un lato perché continuava a essere il reale proprietario de Il Giornale, come dimostra quello che è accaduto l’8 gennaio del 1994, quindi avrebbe dovuto perdere la concessione per le televisioni e poi perché continuò a controllare ben più del 10% di Telepiù, la pay tv che aveva messo in piedi e che poi la Mammì lo costrinse a cedere nella quota eccedente il 10% e lui, ovviamente, la aggirò passando le quote a dei suoi amici e prestanomi che spesso lui stesso aiutava a comprarle, come poi è venuto fuori dai processi e naturalmente come poi le famose authorities non hanno voluto sanzionare perché fanno sempre finta di niente. Pensate soltanto alle authorities in questi giorni che cosa non stanno facendo rispetto alla violazione palese della legge Gasparri e della legge Frattini: sono due leggi che Berlusconi ha fatto nel 2004 e sono due leggi che Berlusconi viola; non so se avete sentito l’Avvocato Ghedini l’altro giorno a Annozero dire “ beh, ma Berlusconi l’ha fatto lui il Testo Unico dei beni culturali, mica potrà violarlo!”: non so se la regola valga anche per la Gasparri e per la Frattini, fatto sta che le sta violando tutte e due. La Gasparri stabilisce che i dirigenti della RAI li nomina il Consiglio di amministrazione, però il Consiglio di amministrazione, come sapete, non si riunisce a Palazzo Grazioli, ma si riunisce non so se al settimo o all’ottavo piano di Viale Mazzini 14, mentre invece le nomine si stanno facendo a casa di Berlusconi e lui ha anche annunciato “ guardate che vi siete sbagliati, perché i nomi che ho in mente non sono quelli che avete scritto, ma sono altri” e quindi ha confermato pienamente che se ne sta occupando lui, senza averne alcun titolo. In più c’è il fatto che se ne sta occupando un signore che è anche il proprietario della concorrenza e che, naturalmente, ha tutto l’interesse a piazzare dei dirigenti inadeguati alla RAI per guadagnare in ascolti e in pubblicità su Mediaset. E di dirigenti inadeguati nominati da Berlusconi alla RAI ce ne è una lunga tradizione, come evidentemente ricordate, ma i nomi che circolano in questi giorni ci dicono che in futuro avremo dirigenti se possibile ancora più inadeguati di quelli che aveva nominato le altre volte, perché Mediaset è molto in difficoltà e c’è bisogno proprio di una RAI diretta da un gruppo di paracarri e di piante grasse, di Ficus probabilmente. Passeremo dal genere animale al genere vegetale.
Ritornando a bomba, violò la legge Mammì e la violò perché andò a parlare con una redazione che non doveva avere nulla a che fare con lui e con cui lui non doveva avere nulla a che fare: perché ci andò? Perché da mesi aveva avvertito Montanelli della propria intenzione di scendere in campo politicamente, Montanelli gli aveva sconsigliato tutto ciò, Berlusconi se ne era infischiato e aveva ragione Berlusconi, perché nelle condizioni in cui era, come disse giustamente a Montanelli e a Biagi, “ se non entro in politica vado a finire in galera e fallisco per debiti”, quindi non poteva fare altrimenti: o la galera o il governo, scelse il governo e evitò la galera e i debiti. Però Montanelli gli aveva detto che mai e poi mai Il Giornale sarebbe diventato il suo organo di partito: Berlusconi fece un discorso molto chiaro, nelle riunioni che teneva il sabato a Arcore, con tutti i direttori dei giornali e dei telegiornali delle sue reti, Montanelli non ci andava, ci andava il condirettore Federico Orlando e Berlusconi aveva detto chiaramente “ dovremo diventare un’orchestra che suona uno spartito unico: il mio” e l’unico che disse esplicitamente di no fu Montanelli (Federico Orlando, ovviamente). Trovate tutto in un libro che si intitola “ Il Sabato andavamo a Arcore”, pubblicato da Federico Orlando per l’editore Larus, oppure nel libro “ Montanelli e il Cavaliere”.
A quel punto Berlusconi decide di sostituire Montanelli, perché già sa che Montanelli, simbolo dell’Italia liberaldemocratica, conservatrice gli dirà di no e gli dirà di no sul giornale edito da suo fratello, quindi praticamente sarà una critica, quella di Montanelli, che vale il triplo rispetto a quelle che partono da sinistra, perché nessuno potrà accusare Montanelli di essere diventato di sinistra. Avere un nemico dalla propria, dalla parte dei propri elettori, moderati, conservatori etc., sarebbe stato devastante e conseguentemente Berlusconi spera di riuscire a pensionare Montanelli dandogli un ruolo di padre nobile da accantonare e da mettere in un angolo, oppure addirittura da mandare via, non pensando che Montanelli a 85 avrebbe tirato fuori le energie per fondare un nuovo giornale. Quindi aspettava l’occasione per farlo fuori e intanto gli faceva massaggiare i nervi dai suoi sgherri, dai suoi killers, che in televisione sparavano a zero contro Montanelli un giorno sì e l’altro pure: erano i soliti Sgarbi e Fede, non sono cambiati i nomi. Leggerete che cosa sono riusciti a dire Sgarbi e Fede in quei mesi: cose di cui persino loro dovrebbero vergognarsi, il che è tutto dire.

Fede chiede le dimissioni di Montanelli
Ma Montanelli i nervi non se li lascia saltare e continua a non dimettersi: aspetta che qualcuno lo faccia fuori, tenete presente che Montanelli è il giornalista più importante, più famoso, più bravo secondo me d’Europa allora e anche dopo allora, conseguentemente a Berlusconi cominciare la sua avventura politica cacciando il più grande giornalista d’Europa probabilmente creava qualche problema. Allora sperava che se ne andasse Montanelli e Montanelli non si muoveva, finché a un certo punto Emilio Fede, il servo più servile, più zelante, il giorno dell’Epifania, il 6 gennaio del 94, quando mancano ormai tre settimane alla discesa in campo di Berlusconi, si presenta al Tg4 e chiede le dimissioni di Montanelli, il quale il giorno dopo gli dedica un controcorrente: vedete la differenza di stile che c’è tra Montanelli e questi poveretti che hanno preso il suo posto al giornale, che dedicano decine e decine di pagine a Santoro etc.. Montanelli, quando doveva polemizzare, lo faceva con un controcorrente di dieci righe, cinque righe: “ Giovedì sera annuncio a sorpresa di Emilio Fede nel suo Tg4: adesso - ha detto - voglio parlarvi di informazione: c’è sempre una prima volta!”, questo è come Montanelli ha sistemato Emilio Fede il giorno dopo, mentre tutti i giornali scrivevano “ Fede contro Montanelli: c’è dietro Berlusconi, lo cacceranno” etc. etc., dieci righe. Questo è il detonatore, perché? Perché tutti i giornali - all’epoca esistevano ancora dei giornali con dei direttori che sapevano difendere la libertà di stampa - intervennero dicendo che era una vergogna quello che succedeva, un giornalista - se possiamo chiamare Fede giornalista, diciamo un iscritto all’albo dei giornalisti - che chiede la cacciata del più grande giornalista italiano al suo padrone. Per esempio, su Il Messaggero uscì un editoriale dal titolo “ Va in onda la liberaldemocrazia”, durissimo contro Berlusconi; sentite: “ dal pulpito di rete 4 è stata impartita ieri sera una lezione di intolleranza, proprio mentre infuria la polemica su quanto sia favorito, rispetto ai concorrenti, un candidato alle elezioni che possiede tre reti televisive - all’epoca se ne parlava, pensate! - l’invito di Emilio Fede a cacciare Montanelli perché troppo autonomo è il primo esempio pratico del livello di indipendenza che potrebbe crearsi all’interno dell’impero di Berlusconi”. Questo episodio moltiplica l’inquietudine, perché lascia capire quanto potrebbe essere forzatamente massiccio e compatto il sostegno al Cavaliere degli organi di informazione del suo gruppo: “guai a chi si azzardasse a uscire, anche per un attimo, dal coro, la durezza dell’intervento, preannunciato proprio perché avesse maggiore risonanza, mostra lontane tentazioni da Min. Cul. Pop. (Ministero della Cultura Popolare di Mussolini) e lascia sbigottiti. E’ auspicabile che si tratti soltanto della mossa maldestra di un giornalista bravo ma troppo zelante, convinto di fare la cosa gradita al proprio editore: certo resta da vedere se Berlusconi presterà orecchio a questi consigli, speriamo che non lo faccia e si mostri del tutto estraneo all’iniziativa, anche perché condividerla sarebbe mossa improvvida per chi si presenta come un campione della liberaldemocrazia”.
Sapete chi era questo signore che si stracciava le vesti contro Berlusconi e Emilio Fede? Paolo Bonaiuti: non è un omonimo, è proprio lo stesso che oggi fa da portavoce a Berlusconi e trovate.. è quel signore che compare soprattutto la domenica, quando va in riposo Capezzone, anche Capezzone chiude per riposo settimanale come le pizzerie, in quel caso subentra Bonaiuti. E’ quel signore che vedete vestito in modi variopinti, che fa sempre così con la testa, come quei cagnolini che stanno sul retro delle macchine degli agricoltori, vicino al cappello di paglia. Ecco, quello è Bonaiuti: all’epoca era vicedirettore de Il Messaggero, era di sinistrissima naturalmente e sparava a zero, scrivendo delle cose anche condivisibili, nel senso che anche lui ha avuto un periodo in cui ragionava con la sua testa, poveretto, poi ha smesso!

Berlusconi irrompe in redazione
Per dirvi che questo era il clima nel quale Berlusconi decide di andare in redazione a Il Giornale per smentire questa cattiva stampa che gli sta venendo addosso e non si rende conto, in realtà, che sta semplicemente alimentando proprio l’interpretazione che ha dato persino Bonaiuti, ossia che siamo di fronte a un atto sommamente illiberale. Va alla redazione de Il Giornale, io quel giorno non c’ero, ero a Torino e un collega mi fece sentire al telefono gran parte dell’intervento di Berlusconi, che pure fu abbastanza breve e comunque trovate il testo nel libro; Berlusconi disse sostanzialmente che, se la redazione voleva combattere con armi adeguate - cioè a cannonate - contro i comunisti, non sarebbero mancati i mezzi per farlo: i mezzi erano quelli che da anni i giornalisti de Il Giornale chiedevano, almeno i computers, in quanto Il Giornale era l’unico quotidiano nazionale che aveva ancora le macchine per scrivere, non aveva ancora le tecnologie e poi c’erano stipendi da fame, completamente fuori mercato. Promise tecnologie e soldi, fece capire che sarebbero arrivate le tecnologie e i soldi se si fosse voluta combattere la battaglia sua, ossia quella di un anticomunismo completamente fuori tempo massimo, nel senso che il muro di Berlino era caduto da cinque anni, si combattevano i comunisti quando non c’erano più. Se invece si voleva attardarsi dietro la cosiddetta linea del fioretto, cioè Montanelli, che era considerato ormai un rammollito, uno che combatteva i comunisti con il fioretto anziché con il manganello e con la clava, beh, allora ciccia: questo fu il discorso ricattatorio di uno che non era più l’editore de Il Giornale ai giornalisti de Il Giornale in assenza del direttore. Capite che in sostanza Berlusconi invitava la redazione a sollevarsi contro il suo fondatore e direttore, il quale, ignaro di quello che stava succedendo, stava qualche piano sotto. Questo è lo scandalo, questa è la cosa che i berlusconiani non riescono a accettare: perché? Perché se ne rendono conto anche loro che, se accettassero che le cose sono andate così - e sono andate così! - il loro campione sarebbe semplicemente un dittatorello da quattro soldi che aveva rivelato di essere un dittatorello fin da prima di scendere in campo, quindi neanche che si sia guastato work in progress. Ecco perché in questi anni, approfittando del fatto che Montanelli non c’è più, hanno cominciato un’opera di negazionismo e di revisionismo sul divorzio tra Montanelli e Berlusconi e, proprio di questo, mi sono occupato in questa prefazione, in questa nuova introduzione del libro, citando le cose incredibili che si sono lette in questi anni su Il Giornale: su quel giornale dal quale era stato cacciato Montanelli, quel giornale che hanno accettato di dirigere prima Vittorio Feltri al posto di Montanelli, poi Mario Cervi al posto di Montanelli, poi Maurizio Belpietro, fino al poveretto che avete visto anche voi due settimane fa a Annozero e che non nomino per questioni di decenza.
Tutti questi signori hanno tentato, a poco a poco, una riappropriazione indebita di Montanelli - ripeto - cacciato dal giornale che aveva fondato, nell’indifferenza di tutti costoro che, naturalmente, hanno continuato a scriverci o hanno addirittura ricominciato a scriverci come Cervi, che era passato alla Voce insieme a noi e poi è tornato indietro con il biglietto di andata e ritorno, come se quello non fosse il giornale dal quale Montanelli era stato cacciato e sul quale Montanelli è stato insultato dal 94 al 2001, persino durante la direzione di Cervi. Tant’è che Montanelli, negli ultimi giorni della sua vita, manifestò molta amarezza e un’intervista a Diario, per esempio, a Pietro Cheli disse che da Cervi certe cose non se le sarebbe aspettate.
Comunque dopo morto hanno cominciato a dire che il divorzio non era dovuto a quell’irruzione di Berlusconi e anzi, che quella di Berlusconi non fu un’irruzione, che Berlusconi entrò in redazione con il consenso di Montanelli, che in realtà Montanelli non se ne era andato per dissensi politici sulla discesa in campo di Berlusconi, per il conflitto di interessi etc., se ne era andato così per una bizza umorale, per un’alzata di testa senile, oppure perché era geloso, come ha detto Berlusconi: “ Montanelli era geloso di me e avrebbe voluto diventare come me ma non c’era mai riuscito”, pensate la piccolezza di questo ominide!
Il problema è che Montanelli ha sempre raccontato il contrario, ossia che lui non sapeva che Berlusconi stava arringando la sua redazione e che tutto ciò avvenne a sua insaputa: lo disse in una famosa telefonata a Raggio Verde il 23 marzo 2001, dieci giorno dopo che io ero stato intervistato da Luttazzi al Satyricon, c’erano anche allora polemiche sulla RAI, c’erano già preannunci di epurazioni come ce ne sono oggi e conseguentemente Feltri era venuto a Raggio Verde da Santoro a dire che Montanelli anzi, era un voltagabbana, era uno che aveva tradito il suo benefattore, perché Berlusconi sarebbe un benefattore e allora intervenne telefonicamente Montanelli per dire testualmente “ intanto voglio ringraziare Travaglio, il quale ha detto l’assoluta e pura verità, assolutamente la versione che lui ha dato degli avvenimenti è quella esatta e debbo dire che devo manifestare una certa sorpresa per quello che ha detto Feltri, il quale senza dubbio sa come andarono le cose e queste cose le ripeto in sua presenza. Feltri dice che la mia condotta verso Berlusconi era stata ambigua e gli rispondo che ho conosciuto due Berlusconi, ossia il Berlusconi imprenditore privato che comprò Il Giornale e noi fummo felici di venderglielo, perché non sapevamo come andare avanti, su questo patto: tu, Berlusconi sei proprietario de Il Giornale e io, direttore, sono il padrone del giornale, nel senso che la linea politica dipende solo da me. Questo fu il punto tra noi due e quando Berlusconi mi annunziò che si buttava in politica, capii subito quello che stava per accadere: cercai di dissuaderlo, d’accordo con Confalonieri e con Gianni Letta, neanche loro volevano che il Cavaliere entrasse in politica, ma tutto fu inutile e dal momento in cui lo decise mi disse “ da oggi Il Giornale deve fare la politica della mia politica”. Io gli dissi “ non ci pensare neanche” e allora lui riunì la redazione a mia insaputa totale, come ha raccontato Travaglio e disse “ d’ora in poi Il Giornale farà la politica della mia politica” e a quel punto me ne andai, cosa dovevo fare? Questo Feltri lo sa, ma non lo può dire perché andò a prendere il posto di Montanelli cacciato in quel modo”, cosa che poi Montanelli scrisse anche due giorni dopo su Il Corriere della Sera il 25 marzo 2001: “ riunita a mia insaputa la redazione egli la avvertì (la redazione) in parole povere che, se volevano più quattrini anche nella busta paga, non avevano che da mettersi al servizio dei suoi interessi politici, ora che aveva deciso di scendere in lizza.” La risposta della redazione furono 35 lettere di dimissioni che poi diventarono 55, infatti furono 55 gli ex giornalisti de Il Giornale che andarono a lavorare alla Voce con Montanelli. Quello è il punto chiave, quello è l’inizio di tutto, quello è l’inizio del regime: l’inizio del regime è addirittura un po’ precedente rispetto al discorso della discesa in campo e alla nascita del primo governo Berlusconi, quando comunque Montanelli immediatamente fin dal 94 - tenete presente che stiamo parlando di quindici anni fa - per primo cominciò a avvertire sui pericoli di regime che l’Italia correva. E allora concludo con alcune cose che diceva Montanelli, a proposito del berlusconismo: “ il regime si realizzerà dopo la vittoria del Polo, la prima cosa che farà Berlusconi sarà spazzare via l’attuale dirigenza RAI per omologarne le tre reti a quelle sue”, sembra scritto oggi perché ogni volta Berlusconi fa le stesse cose, il problema è che c’è qualcuno che lo scrive e che lo vede e c’è qualcuno che fa finta di niente. Oggi quelli che fanno finta di niente sono la stragrande maggioranza, proprio anche perché su Il Corriere non c’è più Montanelli a scrivere, su La Stampa non ci sono più Galante e Garrone, Bobbio, non c’è più Silos Labini, non ci sono più i grandi vecchi che queste cose le dicevano e le sentivano.

Il vaccino Berlusconi
“Questa non è la destra, questo è il manganello: gli italiani non sanno andare a destra senza finire nel manganello; era Mussolini che non sopportava la satira, ma queste parole, “ ripuliremo la stalla” al signor Gianfranco Fini chi gliele ispira? Siamo di nuovo allo stesso: la lotta contro la satira che parte da Fini, che dichiara indecente la trasmissione di Santoro e Berlusconi che gli va dietro e i vertici della RAI che eseguono. Berlusconi non delude mai: quando ti aspetti che dica una scempiaggine la dice, ha l’allergia alla verità, ha una voluttuaria e voluttuosa propensione alle menzogne, chiagne e fotte dicono a Napoli dei tipi come lui e si prepara a farlo per cinque anni”. L’abbiamo visto chiagnere in questi giorni copiosamente e intanto, a Palazzo Grazioli, fotte. “ L’Italia berlusconiana è la peggiore delle Italie che ho mai visto per volgarità e bassezza. Il berlusconismo è la feccia che risale il pozzo, gli italiani devono vedere chi è questo signore: Berlusconi è una malattia che si cura soltanto con il vaccino, con una bella iniezione di Berlusconi a Palazzo Chigi, al Quirinale, al Vaticano, dove vuole, soltanto dopo saremo immuni!”. Qualcuno dice che il vaccino non ha funzionato: in realtà ha funzionato, tant’è che Berlusconi dal 2001 al 2006 perse tutte le elezioni, dalle regionali alle provinciali, alle comunali, alle circoscrizionali, alle europee, alle politiche del 2006, dopodiché arrivò il centrosinistra che purtroppo è l’antidoto al vaccino, per cui ogni volta il centrosinistra, per cui ogni volta il centrosinistra neutralizza il vaccino e ci ripropina la malattia, nella quale oggi siamo di nuovo pienamente immersi.
“ Spero - diceva Montanelli - che l’Europa tratti Berlusconi con l’indignazione e il disprezzo che merita”: l’altro giorno l’ha detto Antonio Tabucchi, “ bisogna rivolgersi all’Europa, assediare l’Europa perché faccia con l’Italia quello che sta facendo con i Paesi dell’ex blocco sovietico che sono entrati”. Voi sapete che c’è l’Ocse che li sta educando sui principi della liberaldemocrazia, sui principi della divisione dei poteri e dobbiamo pretendere che l’Europa metta sotto osservazione l’Italia, se non c’è più nessuno che sia in grado di dirlo con le sue parole può prendere quelle di Montanelli e utilizzarle, nessuno gli chiederà il copyright, passate parola!"


 
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